Concluse le ricche e variegate attività di febbraio, la nostra associazione si prepara all’equinozio di primavera con altre interessanti iniziative. Ecco a voi le nostre scosse di marzo:
Si comincia il 5 Marzo, presso l’IC “Enzo Drago” – scuola primaria, con il laboratorio di scrittura creativa “Seguendo le orme di Pinocchio”, coordinato da Daniela Arena e Fra Francesco.
Il 6 marzo, alle ore 8,30, appuntamento con la seconda edizione de “La Tessitura della Narrazione – Perchè facciamo tante storie”, convegno in collaborazione con l’Istituto Teologico San Tommaso e il Cidi Messina. L’incontro, che si svolgerà nei locali del “San Tommaso”, avrà come ospite d’onore la dott.ssa Silvia Guidi, giornalista del settore cultura de l’Osservatore Romano. Come lo scorso anno, subito dopo il contributo della redattrice, dal titolo “Narrare per allenarsi a guardare”, i partecipanti saranno divisi nei workshop di lettura consapevole e scrittura narrativa, coordinati dai soci di Terremoti di Carta.
Nella mattinata del 16 marzo, invece, si terrà il secondo appuntamento delle officine di lettura consapevole e scrittura creativa Raymond Carver. Presso la sede dell’associazione, dalle ore 10,30, gli iscritti parteciperanno all’incontro con Nancy Antonazzo e Tiziana Calabrese. Il terzo appuntamento del ciclo, penultimo della serie proposta, si terrà 22 marzo, alle 17, presso i locali dell’Istituto “Battisti-Foscolo”: sarà Silvia Messina, questa volta, a guidare i partecipanti nelle pieghe della scrittura creativa.
Il 21 marzo, in occasione della giornata mondiale della poesia, i nostri soci Alessandro Carrozza e Giovanna Gravina coordineranno un laboratorio di poesia sensoriale dal titolo “Parole aromatiche”, che coinvolgerà i giovani studenti dell’I.C. “Battisti-Foscolo” di Messina.
Concludiamo le scosse con un suggestivo incontro, organizzato in collaborazione con Eriador e Officina del Sole: nei locali di Via Giacomo Venezian, alle 18, i docenti Marco Boncoddo e Paolo Pizzimento, insieme al padrone di casa Lelio Bonaccorso, ci catapulteranno all’interno del mondo tolkieniano con un confronto tra Aragorn II e Turin Turambar, nella più ampia tematica dell’eroe letterario.
Ufficio Stampa Terremoti di Carta
Lungo cammino è un romanzo di Ayhan Geçgin pubblicato in Italia nel 2023 da Utopia, con la traduzione di Giulia Ansaldo.
La trama è racchiusa in questa frase che appare nella prima pagina del libro:
“Si preparò. Mise qualche indumento nello zaino. Domattina, pensò, mi sveglierò presto e mi metterò in viaggio. Sarà un lungo cammino, questo”.
Dopo poche pagine risulta chiaro anche l’obiettivo di Mahmut, il protagonista: “Adesso ho un obiettivo chiaro. Uscire dalla città, camminare senza guardarmi indietro fino a una vasta pianura, fino alle silenziose pendici di una montagna. Alla fine, pensò, voglio dimenticare tutto, dimenticare perfino di essere un uomo. Mi smantellerò pezzo per pezzo, filo a filo”.
Siamo subiti investiti dalla percezione della volontà di Mahmut di annientarsi, di svuotarsi della propria identità e divenire tutt’uno con la terra, la natura: “Finita la pioggia, si sdraiò bocconi sul prato. Inspirò l’odore della terra bagnata, dell’erba. Fece aderire bene il corpo al terreno e strofinò il volto sul suolo. Terriccio, foglie ed erba gli riempirono la bocca. Il volto si ricoprì di terra bagnata. Entrare nella terra, mormorò, farsi strada dentro il terreno. Per un po’ restò sdraiato così, immobile”.
Il cammino si rivela essere non tanto fisico, in quanto diretto versi luoghi vaghi come la pianura o la montagna, inattaccabile dagli eventi della storia turca che non possono in alcun modo deviarlo – dagli abusi di potere della polizia agli sfratti forzati in nome della modernizzazione, dal pressante controllo di alcune aree del paese alla lotta dei guerriglieri curdi –, ma questo vagare rappresenta un percorso che è esclusivamente spirituale, per giungere alla totale dissoluzione del Sé, a partire dalla perdita di tutti i ricordi, delle nozioni acquisite, delle informazioni incamerate, dal rifiuto delle regole e delle sovrastrutture su cui poggiano le fondamenta della società. Mahmut si oppone anche al desiderio di soddisfare i bisogni primari, mangiare, trovare un riparo, curarsi. Rifiuta di rimanere incastrato nelle dinamiche che definiscono il comune vivere civile, non accetta neanche le forme di aiuto più disinteressate. Tenta di distaccarsi persino dal proprio corpo.
“Camminando, aveva talvolta l’impressione che ciò che considerava sé stesso camminasse con il corpo smagrito, lievemente chinato, a un palmo davanti a lui. […] Siamo come due persone, pensò, ci inseguiamo. Ciò che mi infastidisce è essere qui mentre sono lì ed essere lì mentre sono qui. Forse il problema non è essere in due ma, al contrario, non poter essere realmente entrambi”.
Il viaggio porta il protagonista ad ascendere alla montagna, per trovare rifugio nelle grotte profonde. Ed è in questo luogo, dall’evidente valore simbolico, che avverrà il suo incontro con una bambina fuggita dalla guerra, con cui stabilisce un rapporto basato sull’accudimento e non sulla comunicazione verbale – le voci degli esseri umani “fanno male”. Ma quando lei deciderà di seguire altri curdi, Mahmut sarà di nuovo solo, libero di riprendere il suo cammino di fusione con la natura, di liberazione dalla sua condizione di essere umano.
“La verità era che non rimaneva nulla da aspettare. […] Continuò a guardare. La vacuità immobile che si allungava davanti ai suoi occhi sembrò muoversi impercettibilmente, poi il paesaggio esondò dalla propria vastità e si schiuse nuovamente, ampliandosi ancora una volta in tutta la sua vacuità, la sua vuota estensione”.
Lungo cammino è stato definito da molti un romanzo esistenzialista; di certo ci parla della condizione umana, di quanto essa sia soffocata dalle convenzioni sociali, incasellata in categorie, imbrigliata da desideri indotti. Un testo difficile da raccontare e che richiede più di una lettura frettolosa.
Silvia Messina
Marco Boncoddo|
Febbraio 13th,2024
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Vita di Classe è il romanzo d’esordio di Germana Cubeta, docente messinese che, a fine 2023, ha deciso di lanciarsi nel complesso mondo della scrittura.
Nei meandri di un prestigioso liceo privato di Messina, si intrecciano le vicende di Letizia Rubino, professoressa d’inglese al primo incarico, e quella di Livia Carbone, studentessa dotata di una vivida intelligenza e un’inquietudine tipica della sua età. A far da sfondo ai loro giorni si agita uno strano sottobosco, sordido e tumultuoso, placido all’apparenza ma capace di inghiottirti al primo passo falso. E’ la Messina “bene” degli anni ’80, nella quale l’alta borghesia prova, con scarsi risultati, ad emergere da un ambiente finto e provinciale.
La scrittura fluida e profonda della Cubeta, abilissima nel regalare al lettore personaggi ben delineati, ci guida negli artificiali ambienti delle scuole private religiose, all’interno delle quali la protagonista Letizia prova a sopravvivere per non abbandonare il sogno dell’insegnamento. Tra colleghe disilluse e rigide imposizioni, la docente capirà sulla sua pelle che “niente è come sembra” e un buon cognome, spesso, può valere molto più di un compito ben svolto.
Tra nostalgiche citazioni cinematografiche degli anni ’80, l’autrice riporta in vita uno spaccato di una Messina lontana, ormai scomparsa ma ancora presente nei ricordi di chi l’ha vissuta. Le feste de La Macina, gli acquisti da Fard, i succulenti piatti di Mario, i compianti rustici di Nunnari sono gli ingredienti di una sinfonia corale che ogni lettore peloritano può rivivere nei capitoli di Vita di Classe. E grazie ad essi emerge la realtà di un mestiere fin troppo importante, quello del docente, attanagliato da una sequela di compromessi che un tempo esistevano esclusivamente nelle scuole private e che adesso, purtroppo, sembrano essere prepotentemente sbarcati anche nel settore pubblico. Letizia Rubino dovrà, più volte, piegarsi ad un sistema che non lascia spazio alla meritocrazia ma vive sul finto prestigio e sull’olezzo pecuniario. Insieme a lei, cresceranno le vite di Livia Carbone e dei ragazzi del liceo “Santo Paolo”, schiacciati dall’asfissiante presenza dei genitori, a volte distratti da vizi ed etichette di facciata.
Nonostante turpi vicende covino sotto un ambiente rispettabile, il taglio ironico della Cubeta permette al lettore di non avvertire pesantezza, lasciandogli, però, un’ineffabile sensazione agrodolce, tipica di un’umanità derubata dei suoi valori cardine. Vita di classe assesta numerosi pugni allo stomaco a chi ha la capacità di “sentirlo” nel modo giusto, regalando una strana nostalgia di un’epoca ed una città ormai sbiadite.
Marco Boncoddo
Marco Boncoddo|
Gennaio 31st,2024
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Terminato il mese di Gennaio, durante il quale abbiamo collaborato con l’associazione Eriador per il percorso “Itinerari Tolkieniani, all’indomani della presentazione ufficiale della nostra piccola antologia “Raccolta In..differenziata”, giunta al 5° vol., siamo pronti a rituffarci nelle attività abituali della nostra associazione, per un febbraio ricco di eventi:
Si inizia con Sbocciare d’incanto, un’esperienza di scrittura poetica articolata in due incontri. Il 10 ed il 24 febbraio, dalle 10 alle 12, presso la Biblioteca comunale “T. Cannizzaro”, la “terremota” Francesca Panarello ci guiderà nei meandri dei componimenti in versi, per comprendere a pieno la meraviglia della poesia.
Il 17 febbraio, invece, spazio a laboratori di lettura consapevole e scrittura creativa, con il primo appuntamento di Officine Raymond Carver. Presso la sede della nostra associazione, sarà Sergio Busà, tra le 10,30 e le 12, ad inaugurare un percorso che proseguirà nei mesi di marzo ed aprile.
Per i soci i laboratori saranno gratuiti. Per info e iscrizioni: terremotidicarta@gmail.com con oggetto:
SBOCCIARE D’INCANTO oppure OFFICINE RAYMOND CARVER
Il 21 febbraio, infine, il fumettista messinese Lelio Bonaccorso, autore apprezzato a livello internazionale, incontrerà gli studenti del PCTO Ubi Major…ana presso la Biblioteca dell’IIS Verona-Trento Majorana di Viale Giostra.
Rimanete collegati e… alle prossime scosse!
Ufficio Stampa Terremoti di Carta
Marco Boncoddo|
Gennaio 28th,2024
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Nella polvere è un romanzo di Lawrence Osborne, pubblicato in Italia nel 2012 da Adelphi con la traduzione di Mariagrazia Gini.
David Henniger, medico cinquantenne con problemi di alcolismo, e sua moglie Jo, scrittrice di libri per bambini con il blocco da pagina bianca, sono invitati da una coppia di amici a passare un fine settimana in Marocco, nel ksar ristrutturato dove, tutti gli anni, si svolge una festa leggendaria e a cui, tra alcol e fiumi di coca, partecipano ospiti ricchi e famosi. Durante il viaggio in macchina attraverso il deserto, di notte, David, ubriaco alla guida, investe e uccide un ragazzo. Gli Henniger ne caricano il corpo in macchina e lo portano al ksar. La polizia accetta la versione di un incidente non volontario mentre il padre del ragazzo ucciso, insieme ad altri parenti, si presenta per reclamare il corpo, e individuare il colpevole della morte del figlio.
Per David sarà un rito di espiazione, per Jo sarà l’occasione per prendere coscienza del fallimento della loro coppia.
La trama e l’arco evolutivo dei personaggi, non sempre credibile, sono solo un pretesto per trasportare il lettore in un ambiente a tratti fiabesco, a tratti duro, polveroso, asfissiante.
I veri protagonisti del romanzo sono gli ambienti: il deserto, lo ksar, il villaggio del ragazzo investito. Gli altri personaggi, i padroni di casa, gli ospiti chiassosi, i camerieri inorriditi dalle usanze degli infedeli, emergono dallo sfondo. Le loro voci si mescolano agli echi dell’acqua, alla melodia del ‘ūd, al canto delle tanagre golagialla, appollaiate sui tetti e ai versi delle rondini agitate al di là del fiume. La presenza dei loro corpi esalta il profumo di burro caldo, di caffè e zuccheri distillati dai fiori. Su tutto cade inesorabile la polvere e la sabbia incrostata, un talco arancio brunastro che copre ogni cosa e rallenta il tempo.
Osborne, con la sua scrittura sensoriale e dettagliata invita, quasi costringe il lettore a riattivare tutti i sensi, a ritrovare il piacere della lettura lenta, a risvegliare la capacità di immaginazione.
L’arte di Osborne rende la descrizione degli ambienti non una sterile elenco di oggetti ma una chiave per entrare e accomodarci in un’altra realtà. Alla fine del libro avremo la sensazione di essere stati lì, nel deserto, con David e Jo, di essere appartenuti per qualche ora o giorno, a un altro luogo.
“Sui muri di fango guizzavano lucertole letargiche. Si tuffavano nelle fessure abbandonando superfici rossastre pulite e calde. Le spine dei cactus brillavano come acciaio lustro e la polvere per strada si posò gradualmente con la leggiadria gravitazionale di una massa di piume che piove da un cuscino esploso. Nella Source des Poissons galleggiava sul dorso una ragazza solitaria con sottili tatuaggi color caffè sulle mani. Guardò i grappoli di datteri acerbi sotto le palme che si riflettevano nell’acqua, poi aprì le braccia e pensò a un certo ragazzo che proprio in quell’istante spingeva le capre all’ombra di un albero. Una libellula sfiorò il laghetto. Le cicale tacquero e la ragazza chiuse gli occhi. Quando le libellule si accoppiarono a pochi centimetri dalla superficie, sembrò che si strangolassero. Rimase a guardarle danzare sopra l’acqua nera; le ali produssero un rumore pacificamente disperato e crudele, piacevole da ascoltare”.
Silvia Messina
Marco Boncoddo|
Gennaio 16th,2024
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Terremoti di Carta è già pronta a ripartire, con due iniziative importanti iniziative che avranno il compito di aprire il nuovo anno! A voi, cari soci, le nostre prime scosse del 2024:
- Dal 9 al 15 gennaio si svolgeranno gli “Itinerari Tolkieniani”: la nostra associazione collaborerà con la neonata Eriador, con Studi Tolkieniani e con Il Cappellaio per un progetto di 30 ore, rivolto agli studenti e alle studentesse dell’Istituto “La Farina-Basile”, presso i locali del Cospecs di Messina. Tra i soci terremoti i docenti Nancy Antonazzo e Marco Boncoddo.
- Il 27 gennaio ci sarà l’attesa presentazione del 5° volume della Raccolta In…differenziata: gli esercizi, i racconti, le memorie delle officine di lettura consapevole e scrittura creativa a cura dell’Associazione Culturale Terremoti di Carta. L’incontro si svolgerà presso la biblioteca comunale “Tommaso Cannizzaro di Messina”, alle ore 10:30. Durante l’incontro, inoltre, verranno presentati i laboratori e le iniziative dei prossimi mesi.
Alle prossime scosse e tanti auguri di buon anno!
Ufficio Stampa Terremoti di Carta
Marco Boncoddo|
Gennaio 4th,2024
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Cari soci e amici,
un altro anno è giunto al termine e, come sempre, la nostra associazione ha in cantiere iniziative, celebrazioni natalizie e momenti di aggregazione e di ricordo. A voi, quindi, le scosse di dicembre:
– Il 12 dicembre, presso il Teatro Annibale di Francia, conclusione della Cartoon School Edizione Speciale, che ci ha visti collaborare per la prima volta con un Istituto scolastico di secondo grado, l’IIS La Farina-Basile. Cartoon School è stata inserita all’interno del progetto “Il disegno animato a scuola”, vincitore del bando “Cinema per le scuole”, [Azione (C, Visioni Fuori-Luogo], con il sostegno del MIBACT, per la rete di scuole composta da IIS LA Farina – Basile (scuola capofila), IC Vittorini e Liceo Bisazza.
L’obiettivo era la realizzazione di un corto di animazione, sul quale i ragazzi hanno cominciato a lavorare con noi tra aprile e giugno. Mirko Fabbreschi e SostenaBItaly hanno egregiamente condotto gli studenti durante una settimana intensiva, nell’ottobre scorso. Inoltre, abbiamo avuto modo di conoscere, finalmente di persona, il responsabile scientifico del progetto, il dott. Giuseppe Ministeri. Fin da adesso esprim amo la nostra gratitudine a lui e alla dirigente scolastica, prof.ssa Caterina Celesti, per la fiducia riposta in noi e ringraziamo tutte le docenti, in modo particolare la prof.ssa Michela De Domenico e la prof.ssa Bianca Cordovani, che ci hanno supportato in questi incontri.
– Il 16 dicembre concluderemo la straordinaria esperienza di “Oltre il confine”. Guidati da Daniela Arena e Stas’ Gawronski abbiamo “vissuto” pienamente le pagine delle opere di Cormac Mc Carthy. Durante la stessa mattina consegneremo le copie del quinto volume della nostra antologia, Raccolta In..differenziata, e scambieremo gli auguri natalizi.
– Il 21 dicembre ci ritroveremo presso il DH Oncologico dell’AO “Papardo”, per il reading natalizio “Strofiniamo il buio per farne luce”. Chi volesse leggere un testo edito a tema potrà prenotarsi scrivendo a questo indirizzo: terremotidicarta@gmail.com, con oggetto “reading 21 dicembre”.
Il 28 dicembre, infine, si terrà la lettura drammatizzata “Quando Messina non ebbe un domani”, incontro di letture e riflessioni presso la stazione ferroviaria di Messina, col patrocinio gratuito del Comune – Assessorato alla Cultura e al Turismo.
Marco Boncoddo|
Dicembre 4th,2023
Scosse |
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Noi siamo luce è un romanzo di Gerda Blees, pubblicato in Italia nel 2022 da Iperborea. Ispirandosi a una storia vera, la scrittrice ci catapulta nel mondo di Melodie, Elisabeth, Muriel e Petrus che decidono di vivere insieme per dedicarsi al canto, alla musica e alla meditazione. Casa Condivisa Suono e Amore è il nome di questa piccola comunità: “perché il suono è ritmo, sintonia, mezzo potentissimo per entrare in contatto con l’altro, per provare l’energia dell’amore”.
Il sogno di Melodie, la leader del gruppo, è di vivere di sola luce, unico nutrimento realmente indispensabile. Coinvolge, quindi, gli altri coinquilini in un programma di liberazione dalla schiavitù del cibo per entrare in contatto con l’energia vitale dell’universo. Il romanzo si apre proprio con la morte per denutrizione di Elisabeth e l’avvio di una indagine da parte della polizia.
“Siamo la scena del crimine. Ma quale crimine, viene da chiedersi. La polizia è in cerca di tracce di incuria, di coercizione a seguire una dieta da fame, di negligenza. Noi abbiamo in mente un altro crimine: accusiamo gli abitanti della casa Suono e Amore di essersi tenuti prigionieri in una gabbia di solitudine. Ed Elisabeth si è liberata”.
Noi siamo luce è un romanzo che parla di fragilità. Fragilità del corpo privato di nutrimento. Fragilità dello spirito degli abitanti della casa che cercano conforto e rifugio da loro stessi, dall’indicibile che li agita. Fragilità della mente che in carenza di cibo, e ancor prima di amore, si lascia irretire da chi è bravo a usare le parole, a dosare la presenza e l’assenza, l’incoraggiamento e il disappunto.
La manipolazione della mente, efficacemente operata da Melodie facendo leva sulle ferite dello spirito, è il fulcro della storia e si dipana attraverso la tessitura di legami tossici e malati che incatenano i protagonisti. Legami apparentemente illogici e incomprensibili da chi li giudica dall’esterno ma che appaiono l’unica garanzia di salvezza possibile a chi vi si trova attorcigliato dentro. Un romanzo coraggioso, denso, tutto scritto in prima persona plurale, dove chi narra cambia a ogni capitolo, dove nulla è ciò che sembra, dove la prospettiva è mutevole, variando a seconda della sensibilità e del vissuto dei protagonisti. Nessuna certezza dunque se non, forse, quella della morte.
“Noi siamo la dissonanza cognitiva. La sensazione spiacevole che vi assale quando la realtà non sembra conciliarsi con le vostre convinzioni. Quando in base al vostro comportamento siete costretti a constatare che in effetti siete più meschini, mediocri e permalosi di quanto non abbiate mai pensato. Siamo la smorfia che per un attimo vi contrae il volto, solo per pochi secondi, giusto il tempo di inventare una versione che capovolga i fatti, o il vostro coinvolgimento nei fatti, così da far di nuovo quadrare tutto. Noi siamo il padre e la madre del vostro autoinganno”.
Silvia Messina
Marco Boncoddo|
Novembre 22nd,2023
Un libro ha scelto me |
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Tre secoli diversi, tre Weyward, tre donne che si ribellano, si rifanno belle, si rigenerano in sintonia con la loro anima; tre streghe, secondo lo stereotipo deteriore veicolato da “una parola inventata dagli uomini, una parola che dà potere a chi la pronuncia, non a coloro che descrive”.
Infatti, non aveva usato mai quella parola la madre di Altha la guaritrice. Assolta dall’accusa di stregoneria, ma ciononostante invisa agli abitanti del villaggio, perché libera, “come i corvi che hanno scelto l’acero come loro casa”, e selvaggia, Altha si racconta per lasciare traccia del suo passaggio su questa terra e del suo talento, che si fa dono verso i più indifesi e reietti del paese, circondato dal suo bosco. Un bosco che è metafora del mondo interiore della guaritrice, popolato di creature guida, amichevoli e protettive.
Né tantomeno si era mai considerata una strega Violet, l’etologa, la preveggente, amica delle falene e delle damigelle. Sfuggita alle costrizioni di un padre misogino, viene diseredata e costretta a una vita di stenti, per avere rifiutato un matrimonio riparatore di un abuso sessuale, ma riesce a coltivare la sua passione per la ricerca scientifica e a viaggiare fino in Botswana, sulle tracce dello scorpione coda spessa, e in Thailandia per studiare le farfalle cobra.
Nemmeno Kate viene definita strega dall’autrice, che ne racconta le vicende tra la fine del secolo scorso e l’inizio dell’attuale. È l’ultima in linea di discendenza ad abitare il cottage nel bosco, che era stato delle sue antenate, e scopre di avere ereditato, da queste ultime, le risorse che la sosterranno nel suo percorso di emancipazione da una relazione sentimentale fatta di soprusi e abusi: la connessione con la natura e i suoi segnali, la forza della “magia che è intorno a noi”, il potere di generare un’altra Weyward.
Tre destini, tre storie di forza d’animo e sensitività, che si svolgono in epoche diverse, un intreccio narrativo passionario, condotto da tre punti di vista diversi e l’uso di tre distinti tempi verbali.
Chissà cosa ne avrebbe detto Virginia Woolf, la quale quando leggeva “di una strega gettata nel fiume, di una donna posseduta dai diavoli, di una levatrice esperta di erbe, o perfino dell’esistenza della madre di qualche uomo notevole”, pensava di essere “sulle tracce di un romanziere perduto, di un poeta costretto al silenzio, di qualche muta e ingloriosa Jane Austen, di qualche Emily Bronte” che si era “fracassata il cervello fra le brughiere”, oppure vagava “gemendo per le strade, resa pazza dalla tortura inflittale dal proprio talento”. Chissà cosa avrebbe detto dei racconti, delle e sulle Weyward, la visionaria Woolf, la quale sarebbe stata capace di scommettere “che Anonimo, il quale scrisse tante poesie senza firmarle, spesso era una donna” e che “è stata una donna, … a comporre le ballate e i canti popolari, accordandoli al ritmo della culla, oppure per ingannare il tempo mentre filava, durante le lunghe sere d’inverno”.
Francesca Panarello
Mi aveva insegnato a guarire. E mi aveva insegnato anche altre cose.
“Si dice che la prima donna sia nata dall’uomo, Altha”, mi aveva detto una volta quando ero piccola, perché era quello che avevamo sentito dire dal parroco in chiesa quella domenica. “Che sia nata dalla sua costola. Ma deve ricordarti, bambina mia, che è una bugia.”
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Sono trascorsi sette mesi da quando è partita. A volte ha come la sensazione di avere sempre abitato a Weyward Cottage; di avere sempre avuto questa routine fatta di risvegli all’alba per poi passare il tempo in giardino o fare una bella passeggiata fino al villaggio per i suoi turni in libreria. Sembra addirittura che alcune delle persone del posto stiano iniziando ad accettarla. Secondo Emily la trattano con la stessa condiscendenza un po’ stupita che riservavano a zia Violet.
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Le parole antiche, che aveva sfiorato con le dita innumerevoli volte, avevano preso a ronzarle nel sangue. La vista è una cosa strana. A volte ci mostra ciò che abbiamo davanti agli occhi. Ma a volte ci mostra ciò che è già successo o che sta per accadere. Era come se Altha le stesse parlando da un secolo all’altro. Come se le stesse dicendo che Kate era in pericolo.
Marco Boncoddo|
Novembre 13th,2023
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Per i Terremoti di carta novembre, e anche parte di dicembre, sarà dedicato al cuore pulsante dell’associazione. Ritorna, finalmente, Stas’ Gawronski a guidare la nostra esperienza di scrittura creativa.
Il percorso dei tre incontri di lettura consapevole e scrittura creativa “Raymond Carver” avrà il titolo “Oltre il Confine”, perché si immergerà tra le pagine di uno degli autori piu’ importanti degli ultimi due secoli di storia della letteratura americana e mondiale: Cormac Mc Carthy. Su quel confine ci incontreremo e intrecceremo le nostre narrazioni, per provare ad andare.. oltre, per alzare l’asticella nei confronti del potere della parola. Gli incontri si svolgeranno il 18 novembre, dalle 10 alle 12, il 25 novembre, dalle 10 alle 17 e il 16 dicembre, dalle 10 alle 12. Ad aiutare Stas’, nel coordinamento dei laboratori, sarà la nostra vice-presidente Daniela Arena.
Per ulteriori informazioni è possibile inviare una mail all’indirizzo terremotidicarta@gmail.com, con oggetto “oltre il confine”.
Quasi superfluo, per chi ci segue da tempo, delineare i profilo di Stas’ Gawronski, insegnante, giornalista culturale e scrittore. Dal 2000, è docente di scrittura creativa presso l’Università LUMSA di Roma. Dal 2018, invece, dirige la scuola di lettura e scrittura “Pierluigi Cappello” di Brescia. In veste di giornalista culturale è stato, per tredici anni, autore e conduttore di CultBook, la trasmissione della RAI dedicata alla grande letteratura, durante la quale ha intervistato centinaia di scrittori internazionali e critici letterari. La sua prima raccolta di racconti, “Gli Undici”, è stata pubblicata da Fuorilinea editore e presentata da noi, a Messina nel 2022. Negli ultimi anni si è formato a New York con il metodo The Writers Studio del Premio Pulitzer Philip Schultz. Ha portato questo metodo in Italia e i suoi corsi sono seguiti in presenza e online, anche da Daniela e altri nostri soci.
Alle prossime scosse!
Ufficio Stampa Terremoti di carta
Marco Boncoddo|
Novembre 6th,2023
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Le ultime news sui movimenti tellurici dei nostri terremoti di carta:
Giovedì 19 ottobre, presso la Biblioteca Comunale Tommaso Cannizzaro, si è tenuto l’evento “Tracce nel tempo” e “Fuori di te(sta)”, meet and greet organizzato da Alessandro Carrozza e Valentina Marra.
L’introduzione, a cura di Giovanna Quartarone, ha presentato gli autori e i rispettivi lavori, il processo realizzativo e la collaborazione che ha concretizzato il doppio progetto. Le due raccolte, una di scritti brevi, l’altra d’illustrazioni, sono due opere sorelle, pensate come un’unica anima scissa in due entità comunque indipendenti che, riunite, forniscono una proposta letteraria e visiva sulle tematiche affrontate.
Durante le letture proposte, sono state mostrate le illustrazioni corrispondenti e lasciate a disposizione alcune copie dei volumi, affinché ciascuno potesse sfogliarle autonomamente.
La seconda metà dell’evento ha spostato l’attenzione sul pubblico, coinvolgendolo attivamente in un laboratorio d’immagini e parole. Estraendo casualmente un brano o un’illustrazione, i partecipanti hanno realizzato, in circa mezz’ora, un’opera complementare, lasciandosi ispirare dallo spunto sorteggiato. Dai racconti sono scaturite nuove visioni e dalle illustrazioni sono nate nuove storie.
I presenti si sono espressi positivamente sulla formula innovativa, coinvolgente, fluida e stimolante.
(Alessandro Carrozza)
Dal 16 al 20 ottobre si è svolta una settimana di intenso lavoro per gli allievi del Liceo Artistico Statale “E. Basile” e l’I.C. “Vittorini” che sono stati coinvolti in una edizione speciale del progetto “Cartoon School”.
Terremoti di Carta, partner del progetto, aveva dato il via guidando i ragazzi nella stesura della sceneggiatura nei mesi di maggio e giugno.
In questa settimana l’associazione, nello spirito di collaborazione, comunicazione e confronto che le è proprio, ha supportato gli artitsti Mirko Fabbreschi, Franco Bianco e Laura Salamone nel lavoro grafico di trasformazione della sceneggiatura in animazione, nel doppiaggio e nella creazione della colonna sonora.
Molto lavoro, soprattutto, per gli allievi che hanno manifestato grande entusiasmo e voglia di farsi coinvolgere, di fare gruppo, di mostrare i propri talenti e di affrontare le proprie fragilità. La grande eterogeneità dei partecipanti, liceali e studenti della scuola media, si è rivelata essere una risorsa aggiunta e non un ostacolo, come dimostra il clima di grande collaborazione che si è instaurato dopo un iniziale, e comprensibile, momento di adattamento.
Adesso il progetto prosegue con il montaggio del materiale prodotto e il confezionamento del lavoro finito. Tra qualche mese, quindi, verrà programmato l’evento finale, senz’altro un’imperdibile occasione di festa e di condivisione.
(Silvia Messina)
Marco Boncoddo|
Ottobre 25th,2023
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Un poeta palestinese, una stanza di una clinica texana, un bambino estremamente sveglio di nome David ed un’eterogenea schiera di personaggi toccati dal vuoto della solitudine. Un intreccio “stonato” che, grazie alla penna della docente messinese Claudia Terranova, si trasforma in una sinfonia dedicata alla vita. Un vero e proprio Inno alla gioia, colonna sonora di molte pagine del romanzo, che guida i lettori all’interno di uno strano microcosmo creatosi intorno alla figura di Mahmoud Darwish, unica personalità palestinese alla quale sono stati concessi i funerali di stato dopo Arafat. Gli ultimi giorni di vita del poeta arabo, morto nel 2008, si trasformeranno in un affresco dedicato alla condivisione, alla solidarietà ed alla comunanza.
Percorro il lungo corridoio che mi porta alla scala antincendio con una leggerezza mai provata prima. Mi sento felice. Gli ospiti inattesi hanno colmato non solo il vuoto della mia stanza, ma il vuoto più incolmabile della mia condizione. Da oggi è il numero 212 affisso sulla porta della stanza è diventato il numero civico della mia nuova dimora. Da oggi c’è qualcuno ad aspettarmi.
Visto da dietro, questo gruppo stretto in semicerchio sembra opporsi alla serva dell’invisibile. In questi momenti comprendo quanto sia salvifica l’arte che coltivo e con lei tutte le arti. In questa clinica la musica del violino di John vince sulla malattia e anche sulla morte. Risuonano ora nitidi i miei versi: «O morte, come ti hanno sconfitto tutte le arti e come sfuggirà sempre ai tuoi tranelli l’eternità».
Come vorrei che l’arrivo degli elefanti impedisse ai medici di iniziare l’intervento: ma qui, neanche l’ombra. L’aria è ancora più fredda della 212. Tra tanti sguardi, solo quello di Liz è una bussola che mi impedisce lo spaesamento. Non è la prima volta che faccio i conti con il rischio della mia vita. Le mie inseparabili sigarette mi mettono costantemente alla prova: «sono un giocatore d’azzardo, nient’altro che un lancio di dadi tra preda e predatori».
Marco Boncoddo
Marco Boncoddo|
Ottobre 5th,2023
Un libro ha scelto me |
Commenti disabilitati su Un libro ha scelto me: Claudia Terranova, “Stanza 212”
Cari soci e amici,
con l’estate alle spalle, la nostra associazione è pronta a squarciare la tranquilla ed ottenebrante aria autunnale. Già pronti, infatti, diversi eventi cittadini, ai quali si aggiunge una trasferta capitolina. Ecco a voi, come di consueto, un utile promemoria da inserire nella vostra agenda:
5 ottobre – ore 18.00 – Nella splendida atmosfera del Bookstore Mondadori di Via Consolato del Mare, Mario Falcone presenterà il suo ultimo libro, Piccole Pietre – La Feluca Edizioni, dialogando con la nostra presidente Nancy Antonazzo.
14 ottobre – Non c’è domani – tre atti di Julien Green, curato da Nancy Antonazzo ed edito da Fuorilinea, verrà presentato all’Académie de France di Roma. Con la nostra presidente dialogherà la giornalista Silvia Guidi, mentre le letture del testo saranno affidate all’attore Mauro Santopietro. Nel corso dell’evento interverrà Milena Romeo, presidente dell’associazione Antonello da Messina.
Dal 16 al 20 ottobre – si terrà la settimana conclusiva di Cartoon School, nella sede del Liceo Artistico “Basile” di Messina, per il BANDO D.D. 861 11/03/2022 “Il linguaggio cinematografico e audiovisivo come oggetto e strumento di educazione e formazione” – Azione c) Visioni Fuori Luogo, in quanto partner dell’Associazione “Sostenabitaly non profit”.
30 ottobre – Si rinnova Hallowreading, il tradizionale appuntamento di Terremoti di Carta. Nella sede dell’associazione, alcune letture gothic, scelte dai partecipanti, animeranno la vigilia della festa celtica dedicata ai defunti.
Alle prossime scosse!
Ufficio Stampa Terremoti di Carta
Marco Boncoddo|
Ottobre 3rd,2023
news |
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Come trillerebbero i giornali, se fossimo famosi? “Terremoti si rifà il look!”, oppure, “Nuova veste per Terremoti di Carta!”, o addirittura “un restyling per Terremoti di Carta!”.
In realtà per molti di noi, anche i più giovani del gruppo, cambiare non è mai facile. Abbiamo fatto parecchie prove, ci siamo confrontati su colori diversi e su font semplici o complessi. Ci siamo anche detti: “ma perché cambiare, a me quello di prima piaceva”.
Un logo deve sempre esprimere una identità e se da un lato eravamo affezionati al vecchio logo, ad una scritta “per intero”, dall’altro sapevamo che ogni tanto bisogna “scrostare” anche la forma.
Anche questo ci aiuta sempre a migliorare e a tenerci fuori da una pericolosissima comfort zone, truccata da “abbiamo fatto sempre così”.
Abbiamo scelto di avere un banner e un logo, con i colori della nostra città e abbiamo colorato il segno del sismografo per ricalcare e ribadire il significato creativo del movimento tellurico. Continueremo a “smuovere” macerie di inutili calcinacci e a costruire strade in cui ciascuno esprimerà la propria espressione creativa. Continueremo a mettere in piedi reti e ponti, dove le parole saranno pietre angolari di valori, uno tra tutti l’amicizia.
Saremo sempre inquieti perché, come direbbe Julien Green: “finché si è inquieti, c’è da star tranquilli.”
Alle prossime scosse, quelle di valore e di valori
Nancy Antonazzo
Presidente di Terremoti di Carta
Proffina|
Settembre 17th,2023
news,
Scosse |
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Nel cinquantesimo anniversario della morte di Tolkien, grazie alla sapiente regia di Terremoti di Carta ed Eriador, la nostra città ha ospitato due giornate di incontri culturali, interamente dedicati al celebre autore del Signore degli Anelli. La commemorazione è iniziata sabato scorso, nei locali del Bookstore Mondadori di via Consolato del Mare, con la presentazione di “Un uomo di parola – I mondi di Tolkien”, del noto giornalista Saverio Simonelli.
Il viceredattore di Tv2000, filologo e celebre germanista, ha dialogato con la nostra presidente, Nancy Antonazzo, per più di un’ora, durante la quale è emerso un ritratto intimo e veritiero di John Ronald Reuel Tolkien. Simonelli, infatti, ha sapientemente sviscerato la personalità di un autore riservato, malinconico ed estremamente riflessivo, che ha caratterizzato la letteratura mondiale del XX secolo. Il suo testo, edito da Ancora, ha il merito di fornire, con un taglio decisamente narrativo, una visione introspettiva dell’uomo, perfettamente connessa al suo imponente corpus letterario.
Nella giornata di ieri, al Feltrinelli Point di Via Ghibellina, è andato in scena un vero e proprio simposio tolkeniano, interamente realizzato da studiosi peloritani. Si sono alternati, dinnanzi ad un nutrito pubblico, i docenti Paolo Pizzimento ed Enzo Cicero, del Cospecs di Unime ed il Prof. Marco Boncoddo, dell’Istituto Jaci di Messina. Gli interventi, che hanno spaziato dalla Geopolitica alla Teologia tolkeniana, passando per i rapporti tra lo stesso Tolkien e le correnti letterarie coeve, hanno messo in luce diversi aspetti della cosmogonia del professore di Oxford, coinvolgendo i presenti.
Messina, grazie al lavoro di una rete di appassionati, ha quindi ricordato, a cinquant’anni dalla scomparsa, un autore che si è imposto all’attenzione mondiale senza cercarla, capace di produrre testi che continuano ad affascinare milioni di persone in tutto il mondo.
Marco Boncoddo|
Settembre 4th,2023
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