DuexDieci con Alessandro Zaccuri

14947445_10211336337908414_2526799648696873092_nContinua la nostra rubrica DueX Dieci per festeggiare i 10 anni di attività di Terremoti di Carta. Lo facciamo con Alessandro Zaccuri, amato autore delle più belle pagine dedicate alla cultura sul quotidiano “Avvenire” e del bellissimo romanzo dal titolo “Lo Spregio” ( Marsilio Editore 2015)

Che cosa rappresentano per te la lettura e la scrittura?

Per me si tratta di due esperienze abbastanza diverse. In comune hanno che si compiono nella parola scritta e che un solo soggetto può compierle entrambe: in questo caso, il soggetto sono io. La lettura è un modo per guardare il mondo attraverso il racconto degli altri, la scrittura è un modo per raccontare agli altri come io guardo il mondo. Sono complementari, ma si potrebbe benissimo vivere di sola lettura. Di sola scrittura invece no, almeno per quanto mi riguarda.

 

Raccontaci brevemente quale è stata l’esperienza più forte di  lettura e scrittura che hai fatto nella tua vita

Ulisse di Joyce è stata la lettura più sconvolgente della mia vita, da sognarmelo di notte (avevo vent’anni, si vede che ero ancora impressionabile). Sulla distanza, per me nessun libro tiene testa a Moby Dick di Melville. Quanto alla scrittura, Lo spregio è stato il libro che mi ha costretto a un maggior durezza, a una maggior essenzialità. Nello stesso tempo, si è scritto quasi da solo, come sotto dettatura. Eppure, per qualche motivo che non riesco a spiegare, non credo che ci sia contraddizione.