E’ VERA GLORIA? A NOI L’ARDUA SENTENZA. CONSIDERAZIONI SU “MINE VAGANTI” DI OZPETEK

 I giudizi sull’ultimo film di Ozpetek, Mine vaganti, in questi giorni sugli schermi, ne parlano come di una commedia briosa, divertente e allegra, caratterizzata da un cast di interpreti bravi e affiatati.
E’ però mia impressione, nonostante sussistano realmente gli elementi su indicati, che il regista abbia confezionato con abilità e non senza scaltrezza un’opera godibile, ma tutto sommato superficiale, spesso basata su dei clichè e dallo svolgimento un po’ prevedibile.
Alcuni dei personaggi riescono stereotipati, come per esempio il padre omofobo dei due fratelli gay. Altri, compresi Alba, la deliziosa protagonista femminile, Tommaso, il protagonista maschile, e la nonna di Tommaso (interpretata da Margherita Buy), per quanto simpatici e accattivanti, nel dialogare tra loro esprimono la loro visione della vita attraverso sentenziosi aforismi basati su una filosofia spicciola che può significare tutto e il contrario di tutto.
I quattro amici gay di Tommaso, giunti da Roma ad animare il ménage di una tranquilla (apparentemente) famiglia borghese, sebbene protagonisti di alcune gag senz’altro gustose e ben riuscite, non dissipano in me l’impressione che la loro accettabilità sociale agli occhi dello spettatore sia fondata sul loro esser tutti belli, intelligenti, giovani e alla moda (un po’ come il fidanzato nero di “Indovina chi viene a cena”, film con Spencer Tracy e Catherine Hepburn, indimenticabile ma non privo di ipocrisia, sul tema dei pregiudizi razziali nell’America degli anni sessanta).
Pochi, in definitiva, almeno secondo me, i momenti di vera emozione trasfigurata in forma d’arte in Mine vaganti, film nel quale prevalgono piuttosto la patina estetizzante e una sensorialità diffusa ma trattenuta.
Che ne pensate? Il dibattito è aperto.

Francesco

Comments (1)

tarantolinaMarzo 31st, 2010 at 14:42

Ho rintracciato gli stessi difetti, perchè sono difetti lo scontato e il banale presenti nel film.Sotto lo strato di superfice gli spunti per riflettere ci sono ma sono solo accennati. Poi ha riciclato parecchio, senza però toccarci le corde del cuore, dai suoi precedenti e superiori “La finestra di fronte” e ” le fate ignoranti”. Lo defineri un film “asciutto” ma, per assurdo, dissetante come un bicchiere d ‘acqua fresca perchè gradevole. Ciao Fra…baciotti