Nadia… è stata qui!

Nadia Terranova riesce a metterci tutti d’accordo. Tutti siamo orgogliosi di dirlo. Tutti siamo suoi amici, abbiamo una foto con lei, un autografo, un ricordo, organizziamo presentazioni, laboratori o semplicemente tutti facciamo il tifo per lei  e in questi giorni esprimiamo il nostro sostegno dovunque possiamo, soprattutto (ovviamente) sui social network,  perché …già ma perché? Si, perché Nadia è amata e sostenuta così tanto da tutti noi?

In una città come la nostra dove se non organizzi tu un evento e vedi che lo fanno gli altri impieghi energie per criticarlo e smontarne l’importanza. In una città dove “non c’è niente” ma quando sei invitato a far rete con associazioni ed esercenti nel campo dell’arte e della cultura dici “si, però…” perché non riesci proprio a capire che facendo un servizio alla città lo fai a te stesso. In una città dove, tuttavia, non ci si fida a mettersi in rete perché spesso ti ritrovi accanto a realtà cosiddette culturali e artistiche che nascono solo per l’auto-celebrazione del singolo o di pochi approssimativi operatori culturali. In una città dove spesso sembra che il massimo della cultura e dell’arte sia affidata a meteore del successo popolare di turno, che scatenano l’ovazione delle masse di giovani e non, improvvisamente esperte in generi musicali che fino a un minuto prima erano considerati noiosi e antiquati.

Ecco, in una città come questa come ha fatto Nadia Terranova a mettere tutti d’accordo?

Solo i classici lo sanno fare: i classici parlano di noi, suonano le nostre corde emotive, mostrano le nostre ricchezze e virtù ma anche le nostre debolezze e paure, i nostri archetipi con le loro luci e le loro ombre.

In questi anni oltre a crescere in spessore e qualità narrative Nadia Terranova ha fatto qualcosa di più importante: ha parlato di noi, di ciascuno di noi attraverso le sue storie. Lo ha fatto lungo tutto il suo percorso letterario, attraverso i suoi due romanzi, cosiddetti per adulti e lo ha fatto con i suoi libri cosiddetti per bambini e ragazzi.

“Omero è stato qui” sta in mezzo. Per adesso. Mentre tutti attendiamo una consacrazione nazionale e internazionale che di fatto le abbiamo già conferito con tutto l’affetto di cui siamo capaci esce questo volume che parla dei miti e delle tradizioni così come le raccontavano a noi da bambini, quelle leggende che sotto forma di favola o di proverbio, o meglio ancora di ammonimento arrivavano al momento giusto e ci educavano e formavano.  Lei ci conosce bene perché conosce bene la sua storia e non ha mai dimenticato i miti specificatamente messinesi e li racconta con quel sapore nostalgico ma mai stucchevole e con l’inconsapevole eroicità dei suoi personaggi. Così le sue storie per noi sono tuffi nel nostro passato e consolazione per il nostro presente.

Nadia è diventata proprio questo per noi. Da tempo aspettavamo una scrittrice così…nostra. Noi siamo Nadia e le sue storie. Noi siamo a Capo Peloro, seduti sulla spiaggia ad aspettare Nicola Pesce che venga su un attimo a salutarci. Noi siamo sotto al Campanile del Duomo, a mezzogiorno, insieme a qualche parente o amico venuto a trovarci da un’altra città, a spiegargli con quel piglio “buddace” di orgoglio chi sono quelle due ragazze accanto al gallo che suonano le campane, noi siamo affacciati al balcone di casa nostra oppure, sul lungo mare, in certi giorni dell’anno a osservare quella Calabria così vicina. E siamo ancora noi quelli che portano i propri bambini sotto le statue dei giganti, e fanno loro le foto accanto all’enorme piede di Mata o Grifone. Così Nadia Terranova  ci invita a sederci tutti per terra insieme a lei, come quando eravamo piccoli e ascoltavamo i grandi che ci trasmettevano la storia della nostra Messina. Poi pensiamo ai nostri figli, ai piccoli e decidiamo che non possiamo fare a meno di consegnare a loro la grandezza della nostra storia e ogni volta che lo facciamo ci si illuminano gli occhi. Così accade anche a Nadia Terranova.

Ma non basta. Ci rendiamo conto che come tutti i classici, le nostre storie mitiche hanno attraversato l’Italia e oltrepassato il continente. Le nostre leggende hanno incontrato le leggende degli altri paesi come quella di Re Artù e della sorella Morgana.  Quindi le storie raccontate da Nadia, come tutti i classici non sono solo le nostre ma sono le storie di tutti. Da qui è passato Omero, da qui sono passati eroi ed eroine dell’epica e della mitologia. Da qui dove è stata Nadia e dove stiamo noi! Questo ci piace! Questo ha fatto Nadia Terranova per noi. Ci ha ricordato la nostra grandezza con garbo e determinazione, e quando accade questo ci sentiamo spinti a fare qualcosa per migliorare e dare anche noi il nostro contributo. Sappiamo che è possibile! Ogni volta che Nadia riparte è sempre per ritornare, come nella migliore tradizione omerica.

Ci auguriamo che questa volta la “Piazza del Municipio”, comunque vada si organizzi per accogliere con una grande ovazione chi ha dato già lustro a questa città con fatica e impegno in tutti questi anni. Lei ha già vinto! Tutti in quelle pagine hanno già vinto, conquistato il cuore di tutti noi!

Nancy Antonazzo