Casca il Mondo..quale mondo?

16830970_10212219164499136_5709424305420375057_nRecensione di Nancy Antonazzo a

 “Casca il mondo” di Nadia Terranova

“Casca il mondo” è l’ultimo racconto di Nadia Terranova, pubblicato da Oscar Primi Junior Mondadori. Come per i racconti precendenti la prima tentazione è quella di fare un processo alle vere intenzioni di Nadia: raccontare ai bambini per arrivare ai “grandi” oppure aiutare i bambini a farsi capire dai grandi, quando la comunicazione tra i due mondi diventa ancora più difficile, oppure aiutare i “grandi” a far crescere i bambini, ricordando attraverso il loro linguaggio la difficoltà di essere “piccoli”.

Qualunque intenzione Nadia Terranova abbia, probabilmente, addirittura nessuna di queste, se non interpretare la vita reale, anche questa volta la lettura del suo racconto è piena di possibilità per noi adulti . Quando ancora il terremoto del 24 agosto del 2016 non aveva definitivamente cambiato la vita di tante persone, questo racconto era già in uscita con l’intenzione di rappresentare i bambini che vedono il loro mondo crollare.

Oscar e Golan e aggiungerei anche Dulcinea sono tre piccoli eroi, loro malgrado di questa storia. La loro casa non c’è più, le loro abitudini, la gaiezza della loro infanzia, quel periodo della vita dove alcune colonne della propria identità dovrebbero “cementificare” si è sgretolata a causa di una tragedia. Oscar la chiama “guerremoto”, si perchè Golan è dovuto fuggire dal suo paese con la sua famiglia a causa della guerra e Oscar ha dovuto lasciare il suo castello, la casa in rovina a causa delle scosse. Loro sanno reagire, vogliono  chiedere aiuto, comunicare. Basterebbe leggere il tema di Oscar per capire di cosa ha bisogno o forse basterebbe solo chiedergli cosa è stato per lui il terremoto.  Oscar non parla più dal giorno della tragedia.  Ma i grandi sanno usare solo paroloni, non sono capaci di “ascoltarlo” e lui deve ritrovare le parole per poter comunicare di nuovo con loro. Unica sua possibilità, ritrovare il suo amico coccodrillo e sperare che Dulcinea torni a sorridere. Perchè i bambini sono molto più concreti e pratici degli adulti.

Cosa salverà la vita di questi piccoli eroi?  Eroi di quale avventura? Quella del mondo che crolla e dei “grandi” che non sono poi così grandi?  Nadia Terranova è stata coordinatrice di un laboratorio di Terremoti di Carta lo scorso febbraio e ci ha aiutati attraverso la figura del coccodrillo, il co-protagonista di questo racconto a capire cosa significhi avventurarsi nel mondo dei bambini e dei ragazzi per raccontare con i loro occhi e il loro linguaggio il modo di affrontare la vita. Rileggendo il suo racconto, ancora una volta ci si rende conto che tornare alle favole dei bambini aiuterebbe anche gli adulti a vivere bene. in fondo basterebbe avere un amico coccodrillo per affrontare le conseguenze di un modo che ..casca.