Che la festa cominci (N. Ammaniti)

E’ la storia di una festa organizzata a Roma da un rozzo self-made-man, che vuole dimostrare agli italiani che cosa si può fare con una barca di soldi. Alla festa ci sono tutti, ma proprio tutti i Vip del mondo dello spettacolo, dello sport e della cultura. Tra gli invitati riesce ad imbucarsi un gruppo di sedicenti satanisti sfigati provenienti da un paese della provincia. Scopo dell’intrusione: attuare un’azione che li faccia uscire dall’anonimato. Luogo dell’evento Villa Ada, comprata dal riccone e trasformata per l’occasione in un parco-zoo. La festa comincia ma avrà un’imprevedibile evoluzione a causa dell’entrata in scena di altri stranissimi esseri.

Come in tutti i libri di Ammaniti anche in “Che la festa cominci” troviamo una carrellata di personaggi ai limiti del surreale che per certi versi ricordano molto il suo primo romanzo: Branchie. La cosa che mi colpisce sempre, nelle storie di Ammaniti, è la totale assenza di morale dei personaggi, o meglio, una morale totalmente ribaltata. E’ raro che i buoni ne escano vittoriosi, e dicendo ciò penso alla professoressa di un altro suo romanzo, “Ti prendo e ti porto via”, e alla sua macabra fine.
In questa storia quello che sembra l’eroe positivo, lo scrittore rampante e senza scrupoli Fabrizio Ciba, che sembra mettersi in discussione e volgere la sua vita verso valori fino ad allora messi da parte, finisce per cedere ai compromessi nel nome del successo e della fama. L’antagonista invece, l’eroe negativo, Mantos alias Saverio, il fallito che ha sempre sopportato a testa bassa le umiliazioni, il disprezzo della moglie e che attraverso la creazione della setta satanica cerca di dare una svolta alla sua vita, alla fine si redime anche se quasi involontariamente.
Le cose da dire sarebbero infinite ma mi dispiacerebbe togliere la sorpresa a chi volesse leggerlo.
Insomma ancora una volta Ammaniti non mi ha deluso: divertente, dissacrante e intelligente. Da leggere!
Lagilina

Comments (1)

tarantolinaGennaio 26th, 2010 at 22:36

Ammaniti è notevole,anche io l’apprezzo. Lo stimo anche per la sua collaborazione con Salvatores, nei film che hanno prodotto insieme come “io non ho paura” e ” come Dio comanda” hanno una sintonia speciale. Ciao e bacio