“Dall’idea al fumetto”: resoconto di un viaggio tra immagini e parole

(dagli appunti di Giusy Gerace)

Il fumettista, illustratore e animatore americano Scott Mc Cloud definì il fumetto come una serie di immagini giustapposte nello spazio e il cinema come una serie di immagini giustapposte nel tempo. Così Lelio Bonaccorso, che ha tenuto l’ultimo incontro di quest’anno con l’esperienza della scrittura promossa da “Terremoti di Carta”, ha introdotto il suo laboratorio incentrato sul media del fumetto.

La sua particolarità consiste nell’incontro delle immagini e del testo, contenuto nei balloon. Alle vignette, organizzate nella gabbia che delimita la pagina, spetta la gestione del tempo nello spazio. All’interno di esse, e qui si parla di regia – ha precisato il fumettista messinese –, assumono grande importanza e valore l’inquadratura e la progettazione dei disegni in sequenza che scandiscono il ritmo della storia. Anche la lettura segue un ordine preciso dei balloon che, nell’ambito del fumetto europeo, procede dall’alto verso il basso e da sinistra verso destra. La modalità di lettura cambia, come la grandezza e lo spessore degli albi, se si fa riferimento ai manga giapponesi le cui pagine si sfogliano da destra verso sinistra. Inoltre, mentre le vignette dei fumetti europei si presentano più rigorose, in Giappone le gabbie di impaginazione sono più dinamiche.

Per quanto riguarda la scelta della storia, anche nel fumetto, l’elemento principale non è l’originalità del tema trattato, quanto il modo in cui lo si racconta attraverso il punto di vista dell’autore. Se si pensa a personaggi come Batman e Superman, ad esempio, vere e proprie icone della cultura pop, si ritrovano nelle loro vicende quegli elementi che riportano immediatamente agli archetipi che regolano da sempre le narrazioni dell’uomo. Tra l’altro – ha ricordato l’autore di Salvezza – nella Germania nazista il personaggio di Superman fu bandito a causa del suo sospetto legame  con la cultura ebraica: non solo i creatori del famoso supereroe, Jerry Siegel e Joe Shuster, erano ebrei – ha raccontato Lelio Bonaccorso – ma anche lo stesso paladino dalla tuta blu e dal mantello rosso si portava addosso i segni di quel mondo. Il nome kryptoniano di Superman è infatti Kalel la cui assonanza con la lingua ebraica dei termini che si traducono “voce di Dio” era innegabile.

Il processo creativo che porta alla realizzazione di un fumetto prevede varie fasi:  la scelta di un soggetto che deve essere fissato in una sintesi; la documentazione che concerne lo studio e la ricerca del materiale utile a rendere credibile una storia; la sceneggiatura che si compone della descrizione della scena, delle inquadrature, dei dialoghi e delle didascalie; lo storyboard che riguarda la struttura delle scene ed è un primo abbozzo della storia così come deve essere organizzata visivamente; la definizione della tavola prima a matita, poi con l’inchiostrazione e, dove richiesto, con la colorazione; il lettering che prevede l’inserimento del testo nei balloon e delle didascalie nei riquadri.

Quando si presenta un progetto a una casa editrice, che è prima di tutto un’impresa che agisce sul mercato,  è fondamentale avere le idee chiare: l’efficacia è il primo criterio da rispettare. E l’efficacia – precisa Lelio Bonaccorso – passa dalla sintesi dell’idea che deve essere spiegata in poche righe, al massimo in una pagina.

Infine, per orientarsi nel vasto mondo delle storie che rispondono alle cinque domande fondamentali (dove? quando? chi? come? perché?), Lelio Bonaccorso consiglia di affidarsi sempre a un diagramma che aiuti lo sviluppo in punti della storia e l’organizzazione dello spazio (pagine da dedicare alle varie parti della narrazione), in modo da non vanificare l’efficacia di ciò che si intende raccontare. La scrittura di una sceneggiatura in una sintesi e l’organizzazione di un diagramma sono stati oggetto dell’esercizio conclusivo proposto dal coordinatore ai partecipanti, che si sono lasciati simpaticamente coinvolgere abbozzando perfino una tavola disegnata delle loro storie.