Onore al Professor Tolkien

Cari soci e amici, non potevamo pensare di iniziare questo nuovo anno sociale in modo migliore: onorare un autore che è ormai annoverato tra i classici della letteratura internazionale.

Il 2 ed il 3 settembre, in concomitanza con il cinquantesimo anniversario della morte del Professore, lassociazione culturale Eriador, in collaborazione con Terremoti di Carta, organizza una due giorni interamente dedicata a John Ronald Reuel Tolkien, l’indimenticato autore de Il Signore degli Anelli.

Sabato 2 settembre, alle ore 19, alla libreria Ciofalo-Mondadori Bookstore di via Consolato del Mare 35, verrà presentato il libro Un uomo di parola. I mondi fantastici di Tolkien, del prof. Saverio Simonelli. A dialogare con lautore ci sarà Nancy Antonazzo, presidente di Terremoti di Carta, ma saranno proprio le parole le protagoniste di questo pomeriggio: filologia, epica, mito, eroi, valori, convivio di popoli, relazione tra uomo e natura, in una tessitura narrativa, ormai libera dalla limitante etichetta fantasy e da ideologie, ma fucina di intenti e di trasmissione di ideali.

Domenica 3 settembre, a partire dalle 19, presso il Feltrinelli point di via Ghibellina 32, andrà in scena l’incontro commemorativo Il nostro Tesssorooo!, al quale parteciperanno il prof. Enzo Cicero, docente dell’Università di Messina, la dott.ssa Anna Mallamo, giornalista della Gazzetta del Sud e il prof. Marco Boncoddo, docente dell’IIS Jaci di Messina.

L’ingresso sarà libero per i due eventi e sarà possibile agli studenti universitari che interverranno, ottenere un attestato di partecipazione agli incontri (e di stesura di eventuali saggi critici integrativi). �Per informazioni:vcicero@unime.it; terremotidicarta@gmail.com

I Terremoti di Carta

Un libro ha scelto me: Cormac Mc Carthy, “Il passeggero”

“Le persone sedute ai loro posti, le loro chiome fluttuanti. Le bocche aperte, gli occhi svuotati di ogni intendimento”.

Ci ha spiazzati anche stavolta. Pensavamo di cavarcela con molto meno, e invece no. Ci ha spiazzati anche stavolta. Pensi che abbia già scritto il suo capolavoro e invece questo li supera tutti, fino ad ora. Perché sappiamo che ancora non è finita. Attendiamo il secondo della diade.

Cormac spiazza sempre. Ad un certo punto del romanzo, quando pensi di aver capito quale sia la storia, secondo le teorie delle migliori scuole di scrittura internazionali ( e nazionali) ti rendi conto non solo che non è ciò che pensavi, ma è addirittura molto ma molto di più. Lui stesso mette in bocca a uno dei personaggi quello che neanche il protagonista del romanzo oserebbe dire:

“Oggi ho incontrato un uomo di nome Robert Western il cui padre ha cercato di disintegrare l’universo e la cui presunta sorella si è rivelata un’extraterrestre morta per propria mano e mentre meditavo sulla sua storia mi sono reso conto che tutto quello che prendevo per vero sull’animo umano potrebbe benissimo rivelarsi infondato”.

Un momento! Pensate sia tutto qui? Allora, ditemi. Secondo voi è un giallo? Una detective story con l’FBI a condurre le indagini? Pensate sia un thriller con il colpo di scena finale? Pensate sia una storia d’amore? Che ce ne siano addirittura due? Forse, ma non ci contate troppo.

Il problema non è il decimo passeggero. O forse si, ma non è lì dove ci aspettavamo di trovarlo. Questa, in fondo è l’unica cosa certa.

Forse è Debussy Fields da Galatoire, il trans amico di Bobby ?

“Avevo un problema con la faccenda di Dio(..) Non so chi o che cosa sia Dio. Ma non credo che tutto questo sia arrivato qui da solo. Io inclusa.”

Forse è Sigmund? Il collega Oiler? Forse è la “presunta sorella”? E’ lo stesso Robert?

“I nomi sono importanti. Fissano i parametri per le regole d’ingaggio. L’origine del linguaggio risiede nel suono unico che designa l’altro. Prima che gli si faccia qualcosa”.

Il decimo passeggero non c’è, ma in compenso ci sono tanti personaggi che sembrano passare nella vita del protagonista, apparentemente senza una logica, un criterio. Per un attimo non solo non pensi più al decimo passeggero, addirittura pensi che ci si sia concentrati sugli altri nove. Che abbiano preso vita nel cammino o forse solo nella mente di Bobby. In fondo tanti personaggi avanzavano anche nella mente di sua sorella.

Cormac vi chiede di lasciare ogni certezza nel momento in cui decidete di leggere il suo libro. Siate pronti a tutto, forse anche a niente, perché dove troverete l’incomprensibile, ecco lì sarà il tutto. Questo è il mistero della scrittura: la chiave è l’amore come unico luogo di incontro, una corda che vibra tra la vita e la morte.

Proffina

Un libro ha scelto me: Piercing

Kawashima Masayuki è un designer di successo, felicemente sposato con Yoko e da poco padre di una splendida bambina. È uno dei periodi più sereni della sua esistenza. E allora perché è tormentato dal raccapricciante desiderio di infilzare sua figlia appena nata con un punteruolo da ghiaccio? Il pensiero è lacerante e lo perseguita senza tregua, finché decide che per salvare la figlia non ha che una opzione: infilare quel maledetto punteruolo nella pancia di qualcun altro. E dopo aver a lungo perfezionato il suo piano, prende una stanza in un lussuoso albergo nel bel mezzo del quartiere di Shinjuku e prenota il servizio di una professionista del mondo SM. Ed è così che fa la conoscenza di Chiaki, prostituta di lusso con tendenze autolesioniste. E suicide…

“Piercing” fa parte di quella letteratura cruda, realistica e trasgressiva che definisce parte della produzione letteraria di Murakami Ryu, autore capace, nella sua opera, di destreggiarsi tra i generi del thriller psicologico come appunto in quest’opera e nel più celebre “Tokyo decadence”, l’opera BDSM, e la fantascienza distopica. Riesce qui ad esplorare la psiche e a mostrare quanto essa sia in grado di mascherare le proprie deformità sotto la maschera della normalità, tema quanto mai attuale in generale e ancor più ancorato a fondo nella società nipponica, da sempre divisa fra Hon’ne (本音), i sentimenti e desideri profondi e autentici di una persona, e Tatemae (建前), ovvero la facciata, constituita dal comportamento e dalle reazioni ritenute accettabili da mostrare in pubblico. In quest’opera diventa particolarmente evidente questo divario fino all’inevitabile finale in cui le maschere (e le psicosi) finalmente cadono…

“Le labbra della piccola Rie furono scosse da un fremito impercettibile. Erano così minute, quasi non sembravano comuni labbra umane. Facevano pensare piuttosto a una larva, una crisalide di un insetto cui presto sarebbe spuntato un paio di magnifiche ali. Un sottile reticolo di vene imporporava le sue guance ricoperte da una morbida peluria trasparente. Kawashima accarezzò con estrema delicatezza quella superficie vellutata, prima con la punta dell’indice e poi con quella del punteruolo da ghiaccio. Calma, va tutto bene, pensò di nuovo. Non potrei mai scalfire questa dolce creatura…”

“Mettendo alternativamente a fuoco la propria immagine riflessa sul vetro appannato della finestra e l’immenso panorama notturno di Tokyo, Kawashima cominciò a pensare a sé stesso come a un portavoce. Un portavoce di tutti i bambini ridotti a piccoli punti insignificanti in quel mondo buio e crudele. Un martire armato solo di un punteruolo da ghiaccio ma pronto ad affrontare le orde nemiche”.

“Aveva deciso di modificare completamente la sua personalità per l’esattezza centoventiquattro giorni dopo il suo diciannovesimo compleanno, nell’anno in cui si era diplomata e aveva cominciato un corso di laurea breve. All’università aveva una sola amica, con la quale andava a prendere il tè, si scambiava appunti e quant’altro, e quando le aveva parlato delle sua metamorfosi, la ragazza aveva reagito sbarrando gli occhi e urlando: “Ma di che parli, ti sei ammattita? È impossibile cambiare personalità nel giro di una notte!” Eppure ci sono riuscita, pensò Chiaki mentre rimiginava sul passato”.

Paolo Failla

Un libro ha scelto me: Storia di Neve

Favole nel senso più stretto del termine, con una punta di dolcezza ed una di oscurità. Se è valido, in generale, come descrizione per l’opera di Mauro Corona, lo è particolarmente per Storia di Neve. La protagonista, Neve appunto, è una bambina pura e gioiosa, nata nel corso di un inverno di ghiaccio, subito dopo il termine della Grande Guerra. La piccola, dal sangue fatato, appare insensibile ai rigori della stagione bianca, nata in un villaggio duro, freddo e arcigno come una radice ritorta. Gli abitanti la additano come maga o, addirittura, come la Madonna. Ma il suo destino non è solo luminoso, anzi saranno più le ombre che le luci a dominare la sua vita, cresciuta accanto ad un padre che pretende di sfruttare il suo potere per trarne profitto personale. Tra profezie di streghe maligne e inferni di ghiaccio, la storia di questa fanciulla vi porterà a conoscere le sfaccettature dell’umanità di Erto, paesino arroccato sui monti, tra saggezza contadina (o boscaiola in questo caso) e bassezza umana, tra magia naturale e superstizione locale, in una pennellata di pittoresco fantasy tutto italiano.

 

“Nessuno muore del tutto, resta qualcosa di vivo che sta vicino a noi, per farci compagnia”.

“La malinconia si tira dietro la disperazione, chè loro sono amiche, e tutte e due insieme mettono le mani a imbuto sulla bocca e chiamano a piena voce le malattie”.

“Lui era il sole, lui la neve: il sole e la neve si vogliono bene, per questo si consumano. Anche il sole si consuma. Quando non avrà più neve da scaldare, si spegnerà un poco alla volta finché, un bel giorno, non esisterà più”.

“Lavatevi la mona e la coscienza, brutte troie, Giuseppe si lascia così. Come gli piaceva essere, tale deve stare. Voi volete sempre lavare. Lavare, pulire, mettere in ordine, spazzolare, perché siete sporche dentro. Tutti quelli sporchi dentro puliscono fuori. Non vedete l’ora di lavare e improfumare Sepp e finalmente tirarlo pulito come volete, ma Sepp non si tocca. Sepp resta così e se lo toccate vi spacco il culo. E adesso andate fuori dai coglioni, al vecchio facciamo compagnia noi”.

Paolo Failla

Un libro ha scelto me: Il conte di Mazara

E’ proprio vero che, a volte, non siamo noi a scegliere un libro ma è solo quest’ultimo a decidere di schiuderci le proprie pagine, catapultandoci in una dimensione che rappresenta una confortevole evasione dal mondo reale. Migliore definizione per la rubrica Un libro ha scelto me, ideata dalla fervida mente di Rosalia Mollica, non poteva esserci, è innegabile. Difatti, durante una passeggiata con mia moglie nel centro di Palermo, venni attirato dalle bancarelle della “via dei Librai”, manifestazione che mira (con grande perizia) alla diffusione della lettura ed alla promozione delle piccole case editrici.

Il canto delle sirene, forse, causò meno danni ad Ulisse… soprattutto alla sua scarsella. Cominciai a girare in maniera vorticosa, confuso e senza meta, con l’unico obiettivo di acquistare. Cosa, però, appariva alquanto nebuloso. Vecchi libri recuperati da una soffitta, riedizioni dalla grafica accattivanti, nuove pubblicazioni appena sfornate: tutto era a disposizione, bastava solo tendere la mano, colma di vil denaro, per avere in cambio portali per infiniti mondi.

Mia moglie, parte razionale della coppia e unica ancora di salvezza da una vita di indigenza, conoscendo la mia smodata passione per Alexandre Dumas, mi attirò verso una promettente bancarella. Un piccolo stendardo, montato sotto il tipico ombrellone bianco e squadrato, recitava: Il Palindromo. Un nome che avevo già sentito, forse, spulciando, qua e là, il panorama editoriale della nostra isola. Poi, però, avvenne l’incantesimo. Un libro, dal piccolo formato e con l’occhio di un gatto nero in copertina, mi diceva “Alexandre Dumas, Il conte di Mazara – Una storia siciliana”. Insomma, fate un pò voi. Il nome del mio romanziere preferito, buttato lì, insieme ad un felidae  (altra grande passione della mia vita) ed a quelle parole «una storia siciliana»… ero già cotto a puntino. Irretito come Isildur dinnanzi all’anello del potere, mi gettai avidamente sulla preda senza il reale bisogno di farlo, visto che di copie ce n’erano a bizzeffe. 

Fu così che presi in mano questo piccolo capolavoro dimenticato, una storia scritta da Dumas interamente ambientata a Palermo. Lui, immenso romanziere, amante della Sicilia e di Messina in particolare (i suoi diari messinesi, raccolti in “Messina la Nobile”, pubblicati da Pungitopo, rappresentano una costante della mia esistenza) mi donava un’altra perla. E in questa opera, rievocazione perfetta della vita palermitana del XIX secolo, ho scoperto una figura incredibile, quella del conte di Mazara. Un antenato di Rosario Chiarchiaro, come lo definisce Salvatore Ferlita nella prefazione, che ci regala una serie di vicende pirandelliane innestate in una struttura dumassiana. 

Non amo molto scrivere recensioni e, fedele a questo mio sentimento, eviterò di farlo. Mi premeva solamente dirvi che, in realtà, scegliamo ancor meno di quello che crediamo, all’interno di un’esistenza dove non scegliamo nulla. Neanche i libri che, fortunatamente, sono essere senzienti capaci di tenderci la mano, per portarci laddove ci troviamo più a nostro agio. 

Marco Boncoddo

Un libro ha scelto me: Peter Cameron, “Che cosa fa la gente tutto il giorno?”

Questa è la scrittura creativa. Non ha una struttura, una gabbia. Osservi la realtà intorno a te, quell’affresco che si chiama vita, un dettaglio, un ricordo, che trasfigura l’ordinario nello straordinario, lo annoti sul primo foglietto che ti capita, ma se sei un tantino più ordinato sul tuo taccuino personale, quello della tua marca preferita. E poi lasci che la scrittura “accada”, che i personaggi inizino a farsi un giro. Sei un “sub-creatore”, un tessitore su un telaio che ti è stato dato in prestito. Non sai cosa succederà. Non puoi stabilirlo. Devi lasciare il libero arbitrio ai tuoi personaggi.

Non avrai solo una fictionality del reale, ma lo stupore della sua essenza.

Così ti ritroverai compagno di viaggio, complice oppure solo visitatore atteso dei personaggi dei 12 racconti di Peter Cameron :

“( … )ed è questo il modo in cui ci s’ innamora: non essendo sé stessi, oppure essendolo troppo, o ancora lasciandosi andare, e io avevo fatto una di queste cose o forse tutte e tre insieme; avevo aspettato lì in piedi che Tom si svegliasse e lui si era svegliato, e io mi ci ero seduto accanto sulla sabbia fresca.”

“Non avevo mai pensato che potesse venirle in mente una relazione. Che gran sollievo, perché se è questo che crede, del cane non sospetta.”.

“( … )quando abbassò completamente i finestrini un lungo ramo di forsythia s’infilò nell’abitacolo . L’esile gambo, punteggiato di germogli verde pallido, come piccole verruche, le dondolava davanti alla faccia. Topsy aprì la bocca e ci poggiò le labbra sopra. Strinse appena i denti per sentirne il sapore amaro. Chiuse gli occhi.”.

Proffina

Un libro ha scelto me: Giovanni Grasso, “Il segreto del tenente Giardina”

Questo libro mi ha scelto attraverso un’intervista alla tv. Mi ha davvero chiamato attraverso un mezzo che uso solo per il tg e per di più il tg della sera.  L’intervista, invece è avvenuta più o meno all’ora di pranzo, in un giorno in cui stranamente ero tornata prima dal lavoro e, stranamente ero seduta a tavola. Mi ha incuriosito perché l’autore è famoso, non per la sua bravura come giornalista, scrittore e consigliere per la stampa e la comunicazione del Presidente della Repubblica, ma perché protagonista di quel ( appunto) famoso fuori onda con Mattarella.. a proposito del barbiere. A questo punto chi legge, così  come chi ascolta direbbe “ah si, certo”. Anche io ho avuto la stessa reazione alle parole di quel conduttore del programma tv, quel giorno in cui stranamente ero a casa.

Scopro invece che Giovanni Grasso ha origini siciliane, che le sue pubblicazioni precedenti hanno già ricevuto diversi premi, che un’altra nostra brava scrittrice, Cristina Cassar Scalia lo ha aiutato per i dialoghi in siciliano e  che questo romanzo lo abbiamo già letto:

“Le dico in breve: la storia di suo nonno durante la Grande Guerra è strettamente legata a quella del mio bisnonno, di cui non abbiamo saputo più nulla. A casa di mia nonna è conservata una lettera di suo nonno Gaetano. Erano nella stessa compagnia.. nella brigata Tevere”.

Certo che lo abbiamo già letto, quante storie legate alle due guerre mondiali abbiamo già sentito, quanti racconti dei nostri nonni o bisnonni si sono già  intrecciati a quelli di altra gente, quanto materiale epistolare si trova ancora nei vecchi cassettoni! “Pagine perdute” di storie di eroi ordinari, ai quali non è stato dedicato alcun monumento  o targa o dei quali non sapremo mai nulla:

“Così parrebbe. Nonno Titino parla della grande battaglia per la conquista di Cima Bocche, 19-24 luglio, poi ripresa ai primi di agosto. Ma è come se saltasse completamente un pezzo di racconto. Mi sembra davvero strano che, visto l’affetto  che mio nonno portava per Antonio, non abbia dedicato alla sua morte nemmeno un cenno” 

Ma c’è molto di più in questo romanzo, c’è la ricerca delle proprie origini, come se tornare ancora una volta alla “naca” originaria potesse dare senso al presente e una nuova prospettiva per le scelte future. Questa culla è rappresentata dall’immagine materna di zia Maridda, depositaria di verità e misteri, una stramba sibillina(inconsapevole) con il compito di trasmettere una preziosa eredità:

” Per quanto riguarda zia Maridda-si limitò a rispondere,-ho solo un consiglio da darti. Siccome per natura e per età è portata a divagare, a perdere il filo, a uscire dal seminato, ad allungare il brodo, occorrono poche e precise domande. Ben circoscritte. Altrimenti non ne usciamo più..”

Le guerre di ieri e l’assurda esistenza delle guerre di oggi sono uguali, hanno in comune il riconoscimento della dignità dell’uomo. In questa parola sono contenute il coraggio, l’onore, la vera ricchezza: la libertà.

Buona lettura

Proffina

Nuovo “look” con lo spirito di sempre: a voi la scossa!

Scossa di rinnovamento all’insegna della tradizione. All’interno della “bibliotechina” del Santuario di Lourdes di Messina, lì dove tutto era iniziato, “Terremoti di carta” si rifà il look con l’elezione del nuovo consiglio direttivo. Il responso delle urne, agevolato dalla possibilità di esprimere le proprie preferenze online, ha sancito l’elezione al ruolo di  consigliere per Nancy Antonazzo, Francesca Giliberto, Daniela Arena, Giusi Di Bella e Marco Boncoddo. 

Terminato lo spoglio, il nuovo direttivo ha stabilito, dinnanzi all’Assemblea dei soci, il nuovo organigramma dei “terremoti”. Riconfermata, nel ruolo di presidente, Nancy Antonazzo, ideatrice, socia fondatrice ed incontestabilmente anima di “Terremoti di Carta”. Riconferma anche per Daniela Arena, in qualità di vice presidente, nel segno della continuità e della tradizione. Come tesoriere, invece, è stata nominata Francesca Giliberto mentre, gli incarichi di segreteria, sono stati affidati a Giusi Di Bella. L’ufficio stampa e l’area comunicazione, infine, vengono raccolti da Marco Boncoddo, primo uomo consigliere nella storia dell’Associazione. Il nuovo direttivo sarà in carica dal prossimo settembre.

Nella prima elezione post-covid, pertanto, si sono fusi insieme due aspetti che, da sempre, contraddistinguono la nostra effervescente “comunità”: il mutamento, costruttivo e fisiologico, nel solco della consuetudine. E se è vero che, citando la nostra presidente Antonazzo, “Terremoti di Carta accade”, non possiamo che augurarci che la nuova scossa porti con sé un numero incalcolabile di meravigliosi accadimenti. Diverse novità, infatti, stanno già bollendo nel proverbiale calderone e, statene sicuri, di questo verrete informati al più presto.

Ufficio Stampa “Terremoti di Carta”

Scosse di Giugno 2023

Cari soci e amici,

anche quest’anno giugno è un mese di restituzione, ma anche di semina per il nuovo anno. Sono già in cantiere tanti progetti: l’affetto e la fiducia di coloro che vogliono avviare nuove iniziative con Terremoti di Carta ci onora e ci sollecita a fare il meglio per poter dare il nostro contributo al quotidiano della nostra città.

Mirko Fabbreschi tornerà in città il 6 giugno per due eventi in programma:

alle 0re 10:00, Aula Magna Rettorato Università degli Studi di Messina, Presentazione del Cartone Animato “La Gioia cos’è?”, prodotto in collaborazione con l’associazione “Koete”. Interveranno le dirigenti delle tre scuole che hanno costituito una rete per il secondo anno di seguito, al fine di promuovere il progetto “Cartoon School” tra i loro studenti.

ore 14:30 Liceo Artistico Statale “E. Basile”,di Messina continua il progetto Cartoon School nel primo Istituto Superiore di secondo grado.

 

Sono due anche gli appuntamenti di giugno presso la Libreria Mondadori Bookstore, di Messina:

9 giugno ore 18:30,  per Giugno in Giallo, la presidente Nancy Antonazzo dialogherà con due giovani e promettenti scrittrici, Ornella De Luca e Stefania Tedesco. Ci incontreremo sulle pagine della loro narrazione, conosceremo le loro protagoniste e i misteri che dovranno risolvere, ma soprattutto rifletteremo su cosa significhi per un giovane, oggi “dare alle stampe” la propria narrazione.

 

22 giugno  ore 18:30, il nostro socio onorario Mario Falcone dialoga con la socia e scrittrice Silvia Messina: al centro della conversazione ci sarà Luca, protagonista del suo romanzo “Fuoco Spento, per Algra Editore.

L’associazione Terremoti di Carta tornerà alla libreria “Libratevi” di Rometta il 21 giugno 2023 alle ore19:00 per un nuovo incontro di poesia, condotto dal nostro socio onorario Mario Falcone, saranno presenti i partecipanti al laboratorio di poesia coordinato dalla nostra socia Francesca Panarello.

Alle prossime scosse

I Terremoti di Carta

Scosse di Maggio 2023

Cari soci e amici,

non abbiamo fatto in tempo a salutare il mese di aprile, che siamo stati letteralmente catapultati nel mese di maggio. Ad influenzare le nostre attività ed iniziative non può che essere la XIII Edizione de Il Maggio dei Libri. La nostra associazione, nello spirito di servizio e di condivisione che ci contraddistingue ha deciso di non organizzare qualcosa “da soli”, ma di renderci disponibili a “collaborare con..”.

Abbiamo già cominciato il 26 aprile scorso con la quarta delle presentazioni del libro “Non c’è domani. Tre atti di Julien Green”, a cura della nostra Presidente Annunziata Antonazzo, rispondendo con gioia all’invito della Biblioteca Regionale Universitaria “G. Longo” di Messina, sotto la superba direzione della Dottssa Tommasa Siragusa e la guida della giornalista Elisabetta Reale.

10 maggio  Daniela Arena, nostra Vice-Presidente, dopo il successo ottenuto lo scorso anno al Festival della Comunità Educante di Faenza, porta a Messina l’esperienza dei nostri laboratori di scrittura a scuola. Insieme a Chiara Tasso saranno ospitate presso l’I.C. “Paino-Gravitelli” di Messina, dove saranno accolte dalla Dirigente prof.ssa Domizia Arrigo, dai suoi docenti e dagli studenti della classe 1A, secondaria di I grado. L’incontro è stato fortemente voluto proprio dalla Dirigente, alla quale siamo grati per la fiducia riposta e l’entusiasmo con il quale si affida alla nostra associazione. Il titolo del laboratorio è “Scrivere con le emozioni. La forza delle parole”. Anche questa volta la protagonista è lei, Pupi, personaggio nato dalla penna di Carla Fassari.

12 maggio:

ore 10:00, segnaliamo presentazione del libro della nostra socia,  Irene Spadaro “La Monella”, organizzato dalla Città Metropolitana Di Messina, I Direzione – Servizi Generali e Politiche di Sviluppo Economico e Culturale, avverrà presso la Galleria d’Arte M.C. “Lucio Barbera”;

ore 17:00Marco Boncoddo dialogherà con Lelio Bonaccorso in occasione della nuova presentazione del libro di poesie “Fiori di Vento”, candidato al “Premio Strega” di quest’anno. L’incontro, organizzato dalla Città Metropolitana Di Messina, I Direzione – Servizi Generali e Politiche di Sviluppo Economico e Culturale, avverrà presso il Salone degli Specchi. Il nostro socio, Alessandro Carrozza, si alternerà nella lettura di alcune poesie con Gianni Di Giacomo.

27 maggio il Prof. Enzo Cicero dialogherà con  la nostra presidente presso la libreria “Libratevi” di Rometta. Il protagonista sarà sempre lui, Julien Green  e il suo “Non c’è domani”. Appuntamento alle ore 10:30.

Alle prossime scosse

I Terremoti di Carta

Buona Pasqua

“Vi ricordo che è mattino di Pasqua
E la vita e l’amore e la pace sono appena nati”
(A.F. Palmer)
L’associazione Culturale “Terremoti di Carta” augura a tutti voi un periodo pasquale di nuovi respiri, progetti, sensibilità, proiettati verso il bene comune. Verso gli altri.
Solo così saremo felici.
Buona Pasqua di Felicità
I Terremoti di Carta

Scosse di Aprile 2023

Cari Soci e amici,

il mese di Aprile è ricco di incontri e di restituzioni. Si prevedono due date per la presentazione del volume “Non c’è domani. Tre atti di Julien Green”, curato dalla Presidente, Nancy Antonazzo:
1 aprile, ore 18:00, presso la libreria Feltrinelli Point di Messina
26 aprile ore 18:00 presso Biblioteca Regionale Universitaria “G. Longo” di Messina
14 aprile “Geonight 2023: Aria-Acqua-Terra-Fuoco”, organizzato in collaborazione con  AIIG sez. Messina e IIS VeronaTrento-Majorana di Messina
15 aprile, Presentazione della raccolta di poesie “Non mi piace la parola nemico” di Francesca Panarello, presso la libreria Feltrinelli Point di Messina. Converserà con l’autrice Marietta Salvo. Letture e condivisioni a cura dei partecipanti ai Laboratori di Poesia Sbocciare d’incanto, promossi dall’ Associazione Terremoti di Carta
18 aprile:
– Mattina, Presentazione del Progetto “Cartoon School” presso il Liceo “Basile” di Messina
– Pomeriggio, Presentazione del libro di Mirko Fabbreschi “Cartoon Heroes”, presso Mondadori Bookstore, di Messina. Converserà con l’autore Luciano Fiorino, giornalista esperto di comunicazione pubblica e politiche culturali
19 aprile, Restituzione Cartone Animato I C. “E. Drago” presso Cinema Lux, ore 16:00 ; Laboratorio di scrittura creativa online con Daniela Arena, ore 18:00
Seguiranno le locandine degli eventi con maggiori dettagli. Potrete seguirci anche sul sito terremotidicarta.it e sui gruppi social facebook, instagram e twitter.
Alle prossime scosse
I Terremoti di Carta

Sara Loffredi sceglie Messina per la prima presentazione di “Sete. La ricerca della sorgente”

Presentazione brillante e coinvolgente, quella “andata in onda” lo scorso 3 marzo al Mondadori Bookstore di via Consolato del Mare di Messina. L’evento, nato dalla consueta collaborazione tra Viviana Montalto, padrona di casa e Nancy Antonazzo, presidente di Terremoti di carta, ha avuto come protagonista Sara Loffredi, affermata autrice meneghina. Insieme al docente di lettere Marco Boncoddo, la giovane scrittrice ha promosso Sete. La ricerca della sorgente, edito da Rizzoli. 

In un clima assolutamente conviviale, Sara si è tuffata all’interno della genesi della sua nuova opera che, come detto a più riprese, aveva da tempo fatto breccia nella sua fervida immaginazione. Un storia agile e scorrevole, scritta per un pubblico adolescenziale e condita da elementi fantastici e fantascientifici che, un po’ a sorpresa visto il background della Loffredi, sfocia in un romanzo di genere post apocalittico. 

Attento ad evitare gli spoiler, Boncoddo ha messo in risalto il vero punto saliente di questo nuovo “figlio” della Loffredi: all’interno, infatti, è possibile trovare un genere totalmente innovativo ma con il già noto stile dell’autrice, assolutamente riscontrabile nella lettura del testo. Giunta alla nona opera, la letterata milanese ha abbandonato (forse momentaneamente) le tematiche più impegnate e la narrativa per adulti, cedendo all’impulso di creare un mondo distopico dal quale, probabilmente, giungeranno nuove ed importanti eventi. 

Nel corso della presentazione, la Loffredi ha ricordato il suo legame con la città di Messina, nella quale presentò, nel 2014, il suo primo libro, La felicità sta in un altro posto, edito da Rizzoli. A distanza di quasi un decennio, è sempre la città dello Stretto la protagonista della prima presentazione assoluta di Sete. La ricerca della sorgente. Una coincidenza che, si spera, porterà fortuna alla Loffredi, felice di tornare a rivedere gli scorci del centro peloritano.

Giusy Liuzzo

La recensione: R. Postorino, Mi limitavo ad amare te, Feltrinelli

È un romanzo che consiglio con assoluta convinzione. La storia è ambientata durante la guerra scoppiata nella ex Jugoslavia negli anni ’90. Il conflitto, che è rimasto nel ricordo di pochi, è solo lo sfondo da cui emergono figure di bambini Nada, Omar, Sen per lo più provenienti da un orfanotrofio, ma anche da famiglie di  condizione sociale medio alta come Danilo, che gli eventi trasformano, loro malgrado, in  profughi. L’ autrice ne racconta le vicende che attraversano un arco temporale di oltre vent’anni, ben oltre la durata del conflitto. Sullo sfondo la tragedia della guerra e le cicatrici che essa lascia nelle vite di questi bambini già segnati  dall’abbandono. La storia di ciascun personaggio,  racconta però, molto di più.

Narra innanzitutto dell’essere figli, dello strappo della nascita, che non è una scelta, perché nessuno ti chiede se vuoi venire al mondo; narra della separazione dal corpo  materno, archetipo delle separazioni successive, necessarie e dolorose, dello sradicamento, della condizione di profugo, delle ferite che attraversano la vita di ognuno e la segnano in maniera diversa e imprevedibile; narra, ancora, senza giudizio e senza retorica, dell’essere madre come sa esserlo chi lo è, ognuna a suo modo, che sia madre biologica o genitore che adotta.

Racconta il dolore che è insito nell’esistenza; “siamo gettati nel mondo senza riparo possibile dal dolore”; la nascita è, per tutti, preludio di morte. Narra di un Dio che, se c’è, è lontano dalla vita delle creature, che ignora la guerra, il dolore; racconta anche dell’essere fratelli e, in senso più lato, dell’amicizia che, con gradazioni e sfumature diverse, è l’elemento di salvezza e di speranza nella vita dei giovani protagonisti, e dell’amore o di qualcosa che gli assomigli. La Postorino narra del destino imperscrutabile, del rapporto fra libertà e necessità. La scrittura intensa, semplice e incisiva, fa tutt’uno con le vicende narrate; ci sono frasi che come un insight illuminano il reale e poi si spengono; squarci sugli abissi… niente certezze, nessuna verità assoluta. ll lettore coglie quello che può, al proprio livello, secondo il proprio vissuto; perché dentro queste pagine c’è davvero un universo. Tanti interrogativi, come nella vita di ognuno di noi, domande che non hanno risposte.

Infine il titolo, bellissimo, verso di una poesia del poeta bosniaco Izet Sarajlic “Mi limitavo ad amare te” che è la risposta alla domanda “Cosa facevo io mentre durava la Storia?” 

Una risposta che il giovane profugo sussurra fra sé e sé, che la donna non può sentire, perché anche l’amore,  che è l’unica via di salvezza, l’unico rammendo possibile allo strappo dell’esistere, può sfuggire all’incontro come ad un appuntamento mancato. 

L’ho letto d’un fiato questo romanzo che mi ha preso l’anima e appena terminato di leggerlo…l’ho riletto. Non mi era ancora accaduto!

Rosanna Fiumano’

Mario Falcone e “la stella spezzata”

Ritorna in libreria Mario Falcone e, naturalmente, Terremoti di Carta risponde “presente”, con il massimo spiegamento di forze. Sabato scorso, nella splendida vetrina della libreria Mondadori di Messina, il noto sceneggiatore e scrittore peloritano ha presentato “La stella spezzata”, coadiuvato dalla presidente Nancy Antonazzo e i soci Marco Boncoddo, in qualità di moderatore, ed Esmeralda Pagano, come impeccabile lettrice.

Più di un’ora di pura miscellanea culturale, con al centro il nuovo romanzo de “l’artigiano della parola”, per sfruttare l’auto-definizione coniata dallo stesso Mario Falcone, parlando della sua nuova vita da autore. E tra un approfondimento sulla storia del ghetto ebraico di Roma e un aneddoto sulla vita dello scrittore, il Prof. Marco Boncoddo ha guidato l’incontro approfondendo la genesi de “La stella spezzata”, prima puntata di Falcone nell’ambito della letteratura per ragazzi.

Attenti ad evitare gli spoiler come pericolose trappole nelle piramidi, “i Terremoti” hanno dibattuto, dinnanzi ad una nutrita cornice di pubblico, dell’esperienza di due amici, Gioele e Marco, dinnanzi al delirio nazista nella Roma della seconda guerra mondiale. Un libro che mette al centro della narrazione i sentimenti più forti nella loro reale essenza, rendendo la “Storia” un meraviglioso attore non protagonista.

Un libro per ragazzi, con due ragazzi protagonisti, nel mezzo di un truce spaccato della storia della nostra nazione: un fardello oscuro che, fortunatamente, gli italiani non smettono di ricordare.

Giusy Liuzzo