Un libro ha scelto me: Claudia Terranova, “Stanza 212”

Un poeta palestinese, una stanza di una clinica texana, un bambino estremamente sveglio di nome David ed un’eterogenea schiera di personaggi toccati dal vuoto della solitudine. Un intreccio “stonato” che, grazie alla penna della docente messinese Claudia Terranova, si trasforma in una sinfonia dedicata alla vita. Un vero e proprio Inno alla gioia, colonna sonora di molte pagine del romanzo, che guida i lettori all’interno di uno strano microcosmo creatosi intorno alla figura di Mahmoud Darwish, unica personalità palestinese alla quale sono stati concessi i funerali di stato dopo Arafat. Gli ultimi giorni di vita del poeta arabo, morto nel 2008, si trasformeranno in un affresco dedicato alla condivisione, alla solidarietà ed alla comunanza.

Percorro il lungo corridoio che mi porta alla scala antincendio con una leggerezza mai provata prima. Mi sento felice. Gli ospiti inattesi hanno colmato non solo il vuoto della mia stanza, ma il vuoto più incolmabile della mia condizione. Da oggi è il numero 212 affisso sulla porta della stanza è diventato il numero civico della mia nuova dimora. Da oggi c’è qualcuno ad aspettarmi.

Visto da dietro, questo gruppo stretto in semicerchio sembra opporsi alla serva dell’invisibile. In questi momenti comprendo quanto sia salvifica l’arte che coltivo e con lei tutte le arti. In questa clinica la musica del violino di John vince sulla malattia e anche sulla morte. Risuonano ora nitidi i miei versi: «O morte, come ti hanno sconfitto tutte le arti e come sfuggirà sempre ai tuoi tranelli l’eternità».

Come vorrei che l’arrivo degli elefanti impedisse ai medici di iniziare l’intervento: ma qui, neanche l’ombra. L’aria è ancora più fredda della 212. Tra tanti sguardi, solo quello di Liz è una bussola che mi impedisce lo spaesamento. Non è la prima volta che faccio i conti con il rischio della mia vita. Le mie inseparabili sigarette mi mettono costantemente alla prova:  «sono un giocatore d’azzardo, nient’altro che un lancio di dadi tra preda e predatori».

Marco Boncoddo

Scosse di Ottobre 2023

 

Cari soci e amici,

con l’estate alle spalle, la nostra associazione è pronta a squarciare la tranquilla ed ottenebrante aria autunnale. Già pronti, infatti, diversi eventi cittadini, ai quali si aggiunge una trasferta capitolina. Ecco a voi, come di consueto, un utile promemoria da inserire nella vostra agenda:

5 ottobre – ore 18.00 – Nella splendida atmosfera del Bookstore Mondadori di Via Consolato del Mare, Mario Falcone presenterà il suo ultimo libro, Piccole Pietre – La Feluca Edizioni, dialogando con la nostra presidente Nancy Antonazzo.

14 ottobre – Non c’è domani – tre atti di Julien Green, curato da Nancy Antonazzo ed edito da Fuorilinea, verrà presentato all’Académie de France di Roma. Con la nostra presidente dialogherà la giornalista Silvia Guidi, mentre le letture del testo saranno affidate all’attore Mauro Santopietro. Nel corso dell’evento interverrà Milena Romeo, presidente dell’associazione Antonello da Messina.

Dal 16 al 20 ottobre – si terrà  la settimana conclusiva di Cartoon School, nella sede del Liceo Artistico “Basile” di Messina, per il BANDO D.D. 861 11/03/2022 “Il linguaggio cinematografico e audiovisivo come oggetto e strumento di educazione e formazione” – Azione c) Visioni Fuori Luogo, in quanto partner dell’Associazione “Sostenabitaly non profit”.

30 ottobre – Si rinnova Hallowreading, il tradizionale appuntamento di Terremoti di Carta. Nella sede dell’associazione, alcune letture gothic, scelte dai partecipanti, animeranno la vigilia della festa celtica dedicata ai defunti.

Alle prossime scosse!

Ufficio Stampa Terremoti di Carta

Nuova veste per Terremoti di Carta

Come trillerebbero i giornali, se fossimo famosi? “Terremoti si rifà il look!”, oppure, “Nuova veste per Terremoti di Carta!”, o addirittura “un restyling per Terremoti di Carta!”.

In realtà per molti di noi, anche i più giovani del gruppo, cambiare non è mai facile. Abbiamo fatto parecchie prove, ci siamo confrontati su colori diversi e su font semplici o complessi. Ci siamo anche detti: “ma perché cambiare, a me quello di prima piaceva”.

Un logo deve sempre esprimere una identità e se da un lato eravamo affezionati al vecchio logo, ad una scritta “per intero”, dall’altro sapevamo che ogni tanto bisogna “scrostare” anche la forma.

Anche questo ci aiuta sempre a migliorare e a tenerci fuori da una pericolosissima comfort zone, truccata da “abbiamo fatto sempre così”.

Abbiamo scelto di avere un banner e un logo, con i colori della nostra città e abbiamo colorato il segno del sismografo per ricalcare e ribadire il significato creativo del movimento tellurico. Continueremo a “smuovere” macerie di inutili calcinacci e a costruire strade in cui ciascuno esprimerà la propria espressione creativa. Continueremo a mettere in piedi reti e ponti, dove le parole saranno pietre angolari di valori, uno tra tutti l’amicizia.

Saremo sempre inquieti perché, come direbbe Julien Green: “finché si è inquieti, c’è da star tranquilli.”

Alle prossime scosse, quelle di valore e di valori

Nancy Antonazzo

Presidente di Terremoti di Carta

Cinquanta passi all’interno di Arda…

Nel cinquantesimo anniversario della morte di Tolkien, grazie alla sapiente regia di  Terremoti di Carta ed Eriador, la nostra città ha ospitato due giornate di incontri culturali, interamente dedicati al celebre autore del Signore degli Anelli. La commemorazione è iniziata sabato scorso, nei locali del Bookstore Mondadori di via Consolato del Mare, con la presentazione di “Un uomo di parola – I mondi di Tolkien”, del noto giornalista Saverio Simonelli.

Il viceredattore di Tv2000, filologo e celebre germanista, ha dialogato con la nostra presidente, Nancy Antonazzo, per più di un’ora, durante la quale è emerso un ritratto intimo e veritiero di John Ronald Reuel Tolkien.  Simonelli, infatti, ha sapientemente sviscerato la personalità di un autore riservato, malinconico ed estremamente riflessivo, che ha caratterizzato la letteratura mondiale del XX secolo. Il suo testo, edito da Ancora, ha il merito di fornire, con un taglio decisamente narrativo, una visione introspettiva dell’uomo, perfettamente connessa al suo imponente corpus letterario.

Nella giornata di ieri, al Feltrinelli Point di Via Ghibellina, è andato in scena un vero e proprio simposio tolkeniano, interamente realizzato da studiosi peloritani. Si sono alternati, dinnanzi ad un nutrito pubblico, i docenti Paolo Pizzimento ed Enzo Cicero, del Cospecs di Unime ed il Prof. Marco Boncoddo, dell’Istituto Jaci di Messina. Gli interventi, che hanno spaziato dalla Geopolitica alla Teologia tolkeniana, passando per i rapporti tra lo stesso Tolkien e le correnti letterarie coeve, hanno messo in luce diversi aspetti della cosmogonia del professore di Oxford, coinvolgendo i presenti.

Messina, grazie al lavoro di una rete di appassionati, ha quindi ricordato, a cinquant’anni dalla scomparsa, un autore che si è imposto all’attenzione mondiale senza cercarla, capace di produrre testi che continuano ad affascinare milioni di persone in tutto il mondo.

Onore al Professor Tolkien

Cari soci e amici, non potevamo pensare di iniziare questo nuovo anno sociale in modo migliore: onorare un autore che è ormai annoverato tra i classici della letteratura internazionale.

Il 2 ed il 3 settembre, in concomitanza con il cinquantesimo anniversario della morte del Professore, lassociazione culturale Eriador, in collaborazione con Terremoti di Carta, organizza una due giorni interamente dedicata a John Ronald Reuel Tolkien, l’indimenticato autore de Il Signore degli Anelli.

Sabato 2 settembre, alle ore 19, alla libreria Ciofalo-Mondadori Bookstore di via Consolato del Mare 35, verrà presentato il libro Un uomo di parola. I mondi fantastici di Tolkien, del prof. Saverio Simonelli. A dialogare con lautore ci sarà Nancy Antonazzo, presidente di Terremoti di Carta, ma saranno proprio le parole le protagoniste di questo pomeriggio: filologia, epica, mito, eroi, valori, convivio di popoli, relazione tra uomo e natura, in una tessitura narrativa, ormai libera dalla limitante etichetta fantasy e da ideologie, ma fucina di intenti e di trasmissione di ideali.

Domenica 3 settembre, a partire dalle 19, presso il Feltrinelli point di via Ghibellina 32, andrà in scena l’incontro commemorativo Il nostro Tesssorooo!, al quale parteciperanno il prof. Enzo Cicero, docente dell’Università di Messina, la dott.ssa Anna Mallamo, giornalista della Gazzetta del Sud e il prof. Marco Boncoddo, docente dell’IIS Jaci di Messina.

L’ingresso sarà libero per i due eventi e sarà possibile agli studenti universitari che interverranno, ottenere un attestato di partecipazione agli incontri (e di stesura di eventuali saggi critici integrativi). �Per informazioni:vcicero@unime.it; terremotidicarta@gmail.com

I Terremoti di Carta

Un libro ha scelto me: Cormac Mc Carthy, “Il passeggero”

“Le persone sedute ai loro posti, le loro chiome fluttuanti. Le bocche aperte, gli occhi svuotati di ogni intendimento”.

Ci ha spiazzati anche stavolta. Pensavamo di cavarcela con molto meno, e invece no. Ci ha spiazzati anche stavolta. Pensi che abbia già scritto il suo capolavoro e invece questo li supera tutti, fino ad ora. Perché sappiamo che ancora non è finita. Attendiamo il secondo della diade.

Cormac spiazza sempre. Ad un certo punto del romanzo, quando pensi di aver capito quale sia la storia, secondo le teorie delle migliori scuole di scrittura internazionali ( e nazionali) ti rendi conto non solo che non è ciò che pensavi, ma è addirittura molto ma molto di più. Lui stesso mette in bocca a uno dei personaggi quello che neanche il protagonista del romanzo oserebbe dire:

“Oggi ho incontrato un uomo di nome Robert Western il cui padre ha cercato di disintegrare l’universo e la cui presunta sorella si è rivelata un’extraterrestre morta per propria mano e mentre meditavo sulla sua storia mi sono reso conto che tutto quello che prendevo per vero sull’animo umano potrebbe benissimo rivelarsi infondato”.

Un momento! Pensate sia tutto qui? Allora, ditemi. Secondo voi è un giallo? Una detective story con l’FBI a condurre le indagini? Pensate sia un thriller con il colpo di scena finale? Pensate sia una storia d’amore? Che ce ne siano addirittura due? Forse, ma non ci contate troppo.

Il problema non è il decimo passeggero. O forse si, ma non è lì dove ci aspettavamo di trovarlo. Questa, in fondo è l’unica cosa certa.

Forse è Debussy Fields da Galatoire, il trans amico di Bobby ?

“Avevo un problema con la faccenda di Dio(..) Non so chi o che cosa sia Dio. Ma non credo che tutto questo sia arrivato qui da solo. Io inclusa.”

Forse è Sigmund? Il collega Oiler? Forse è la “presunta sorella”? E’ lo stesso Robert?

“I nomi sono importanti. Fissano i parametri per le regole d’ingaggio. L’origine del linguaggio risiede nel suono unico che designa l’altro. Prima che gli si faccia qualcosa”.

Il decimo passeggero non c’è, ma in compenso ci sono tanti personaggi che sembrano passare nella vita del protagonista, apparentemente senza una logica, un criterio. Per un attimo non solo non pensi più al decimo passeggero, addirittura pensi che ci si sia concentrati sugli altri nove. Che abbiano preso vita nel cammino o forse solo nella mente di Bobby. In fondo tanti personaggi avanzavano anche nella mente di sua sorella.

Cormac vi chiede di lasciare ogni certezza nel momento in cui decidete di leggere il suo libro. Siate pronti a tutto, forse anche a niente, perché dove troverete l’incomprensibile, ecco lì sarà il tutto. Questo è il mistero della scrittura: la chiave è l’amore come unico luogo di incontro, una corda che vibra tra la vita e la morte.

Proffina

Un libro ha scelto me: Piercing

Kawashima Masayuki è un designer di successo, felicemente sposato con Yoko e da poco padre di una splendida bambina. È uno dei periodi più sereni della sua esistenza. E allora perché è tormentato dal raccapricciante desiderio di infilzare sua figlia appena nata con un punteruolo da ghiaccio? Il pensiero è lacerante e lo perseguita senza tregua, finché decide che per salvare la figlia non ha che una opzione: infilare quel maledetto punteruolo nella pancia di qualcun altro. E dopo aver a lungo perfezionato il suo piano, prende una stanza in un lussuoso albergo nel bel mezzo del quartiere di Shinjuku e prenota il servizio di una professionista del mondo SM. Ed è così che fa la conoscenza di Chiaki, prostituta di lusso con tendenze autolesioniste. E suicide…

“Piercing” fa parte di quella letteratura cruda, realistica e trasgressiva che definisce parte della produzione letteraria di Murakami Ryu, autore capace, nella sua opera, di destreggiarsi tra i generi del thriller psicologico come appunto in quest’opera e nel più celebre “Tokyo decadence”, l’opera BDSM, e la fantascienza distopica. Riesce qui ad esplorare la psiche e a mostrare quanto essa sia in grado di mascherare le proprie deformità sotto la maschera della normalità, tema quanto mai attuale in generale e ancor più ancorato a fondo nella società nipponica, da sempre divisa fra Hon’ne (本音), i sentimenti e desideri profondi e autentici di una persona, e Tatemae (建前), ovvero la facciata, constituita dal comportamento e dalle reazioni ritenute accettabili da mostrare in pubblico. In quest’opera diventa particolarmente evidente questo divario fino all’inevitabile finale in cui le maschere (e le psicosi) finalmente cadono…

“Le labbra della piccola Rie furono scosse da un fremito impercettibile. Erano così minute, quasi non sembravano comuni labbra umane. Facevano pensare piuttosto a una larva, una crisalide di un insetto cui presto sarebbe spuntato un paio di magnifiche ali. Un sottile reticolo di vene imporporava le sue guance ricoperte da una morbida peluria trasparente. Kawashima accarezzò con estrema delicatezza quella superficie vellutata, prima con la punta dell’indice e poi con quella del punteruolo da ghiaccio. Calma, va tutto bene, pensò di nuovo. Non potrei mai scalfire questa dolce creatura…”

“Mettendo alternativamente a fuoco la propria immagine riflessa sul vetro appannato della finestra e l’immenso panorama notturno di Tokyo, Kawashima cominciò a pensare a sé stesso come a un portavoce. Un portavoce di tutti i bambini ridotti a piccoli punti insignificanti in quel mondo buio e crudele. Un martire armato solo di un punteruolo da ghiaccio ma pronto ad affrontare le orde nemiche”.

“Aveva deciso di modificare completamente la sua personalità per l’esattezza centoventiquattro giorni dopo il suo diciannovesimo compleanno, nell’anno in cui si era diplomata e aveva cominciato un corso di laurea breve. All’università aveva una sola amica, con la quale andava a prendere il tè, si scambiava appunti e quant’altro, e quando le aveva parlato delle sua metamorfosi, la ragazza aveva reagito sbarrando gli occhi e urlando: “Ma di che parli, ti sei ammattita? È impossibile cambiare personalità nel giro di una notte!” Eppure ci sono riuscita, pensò Chiaki mentre rimiginava sul passato”.

Paolo Failla

Un libro ha scelto me: Storia di Neve

Favole nel senso più stretto del termine, con una punta di dolcezza ed una di oscurità. Se è valido, in generale, come descrizione per l’opera di Mauro Corona, lo è particolarmente per Storia di Neve. La protagonista, Neve appunto, è una bambina pura e gioiosa, nata nel corso di un inverno di ghiaccio, subito dopo il termine della Grande Guerra. La piccola, dal sangue fatato, appare insensibile ai rigori della stagione bianca, nata in un villaggio duro, freddo e arcigno come una radice ritorta. Gli abitanti la additano come maga o, addirittura, come la Madonna. Ma il suo destino non è solo luminoso, anzi saranno più le ombre che le luci a dominare la sua vita, cresciuta accanto ad un padre che pretende di sfruttare il suo potere per trarne profitto personale. Tra profezie di streghe maligne e inferni di ghiaccio, la storia di questa fanciulla vi porterà a conoscere le sfaccettature dell’umanità di Erto, paesino arroccato sui monti, tra saggezza contadina (o boscaiola in questo caso) e bassezza umana, tra magia naturale e superstizione locale, in una pennellata di pittoresco fantasy tutto italiano.

 

“Nessuno muore del tutto, resta qualcosa di vivo che sta vicino a noi, per farci compagnia”.

“La malinconia si tira dietro la disperazione, chè loro sono amiche, e tutte e due insieme mettono le mani a imbuto sulla bocca e chiamano a piena voce le malattie”.

“Lui era il sole, lui la neve: il sole e la neve si vogliono bene, per questo si consumano. Anche il sole si consuma. Quando non avrà più neve da scaldare, si spegnerà un poco alla volta finché, un bel giorno, non esisterà più”.

“Lavatevi la mona e la coscienza, brutte troie, Giuseppe si lascia così. Come gli piaceva essere, tale deve stare. Voi volete sempre lavare. Lavare, pulire, mettere in ordine, spazzolare, perché siete sporche dentro. Tutti quelli sporchi dentro puliscono fuori. Non vedete l’ora di lavare e improfumare Sepp e finalmente tirarlo pulito come volete, ma Sepp non si tocca. Sepp resta così e se lo toccate vi spacco il culo. E adesso andate fuori dai coglioni, al vecchio facciamo compagnia noi”.

Paolo Failla

Un libro ha scelto me: Il conte di Mazara

E’ proprio vero che, a volte, non siamo noi a scegliere un libro ma è solo quest’ultimo a decidere di schiuderci le proprie pagine, catapultandoci in una dimensione che rappresenta una confortevole evasione dal mondo reale. Migliore definizione per la rubrica Un libro ha scelto me, ideata dalla fervida mente di Rosalia Mollica, non poteva esserci, è innegabile. Difatti, durante una passeggiata con mia moglie nel centro di Palermo, venni attirato dalle bancarelle della “via dei Librai”, manifestazione che mira (con grande perizia) alla diffusione della lettura ed alla promozione delle piccole case editrici.

Il canto delle sirene, forse, causò meno danni ad Ulisse… soprattutto alla sua scarsella. Cominciai a girare in maniera vorticosa, confuso e senza meta, con l’unico obiettivo di acquistare. Cosa, però, appariva alquanto nebuloso. Vecchi libri recuperati da una soffitta, riedizioni dalla grafica accattivanti, nuove pubblicazioni appena sfornate: tutto era a disposizione, bastava solo tendere la mano, colma di vil denaro, per avere in cambio portali per infiniti mondi.

Mia moglie, parte razionale della coppia e unica ancora di salvezza da una vita di indigenza, conoscendo la mia smodata passione per Alexandre Dumas, mi attirò verso una promettente bancarella. Un piccolo stendardo, montato sotto il tipico ombrellone bianco e squadrato, recitava: Il Palindromo. Un nome che avevo già sentito, forse, spulciando, qua e là, il panorama editoriale della nostra isola. Poi, però, avvenne l’incantesimo. Un libro, dal piccolo formato e con l’occhio di un gatto nero in copertina, mi diceva “Alexandre Dumas, Il conte di Mazara – Una storia siciliana”. Insomma, fate un pò voi. Il nome del mio romanziere preferito, buttato lì, insieme ad un felidae  (altra grande passione della mia vita) ed a quelle parole «una storia siciliana»… ero già cotto a puntino. Irretito come Isildur dinnanzi all’anello del potere, mi gettai avidamente sulla preda senza il reale bisogno di farlo, visto che di copie ce n’erano a bizzeffe. 

Fu così che presi in mano questo piccolo capolavoro dimenticato, una storia scritta da Dumas interamente ambientata a Palermo. Lui, immenso romanziere, amante della Sicilia e di Messina in particolare (i suoi diari messinesi, raccolti in “Messina la Nobile”, pubblicati da Pungitopo, rappresentano una costante della mia esistenza) mi donava un’altra perla. E in questa opera, rievocazione perfetta della vita palermitana del XIX secolo, ho scoperto una figura incredibile, quella del conte di Mazara. Un antenato di Rosario Chiarchiaro, come lo definisce Salvatore Ferlita nella prefazione, che ci regala una serie di vicende pirandelliane innestate in una struttura dumassiana. 

Non amo molto scrivere recensioni e, fedele a questo mio sentimento, eviterò di farlo. Mi premeva solamente dirvi che, in realtà, scegliamo ancor meno di quello che crediamo, all’interno di un’esistenza dove non scegliamo nulla. Neanche i libri che, fortunatamente, sono essere senzienti capaci di tenderci la mano, per portarci laddove ci troviamo più a nostro agio. 

Marco Boncoddo

Un libro ha scelto me: Peter Cameron, “Che cosa fa la gente tutto il giorno?”

Questa è la scrittura creativa. Non ha una struttura, una gabbia. Osservi la realtà intorno a te, quell’affresco che si chiama vita, un dettaglio, un ricordo, che trasfigura l’ordinario nello straordinario, lo annoti sul primo foglietto che ti capita, ma se sei un tantino più ordinato sul tuo taccuino personale, quello della tua marca preferita. E poi lasci che la scrittura “accada”, che i personaggi inizino a farsi un giro. Sei un “sub-creatore”, un tessitore su un telaio che ti è stato dato in prestito. Non sai cosa succederà. Non puoi stabilirlo. Devi lasciare il libero arbitrio ai tuoi personaggi.

Non avrai solo una fictionality del reale, ma lo stupore della sua essenza.

Così ti ritroverai compagno di viaggio, complice oppure solo visitatore atteso dei personaggi dei 12 racconti di Peter Cameron :

“( … )ed è questo il modo in cui ci s’ innamora: non essendo sé stessi, oppure essendolo troppo, o ancora lasciandosi andare, e io avevo fatto una di queste cose o forse tutte e tre insieme; avevo aspettato lì in piedi che Tom si svegliasse e lui si era svegliato, e io mi ci ero seduto accanto sulla sabbia fresca.”

“Non avevo mai pensato che potesse venirle in mente una relazione. Che gran sollievo, perché se è questo che crede, del cane non sospetta.”.

“( … )quando abbassò completamente i finestrini un lungo ramo di forsythia s’infilò nell’abitacolo . L’esile gambo, punteggiato di germogli verde pallido, come piccole verruche, le dondolava davanti alla faccia. Topsy aprì la bocca e ci poggiò le labbra sopra. Strinse appena i denti per sentirne il sapore amaro. Chiuse gli occhi.”.

Proffina

Un libro ha scelto me: Giovanni Grasso, “Il segreto del tenente Giardina”

Questo libro mi ha scelto attraverso un’intervista alla tv. Mi ha davvero chiamato attraverso un mezzo che uso solo per il tg e per di più il tg della sera.  L’intervista, invece è avvenuta più o meno all’ora di pranzo, in un giorno in cui stranamente ero tornata prima dal lavoro e, stranamente ero seduta a tavola. Mi ha incuriosito perché l’autore è famoso, non per la sua bravura come giornalista, scrittore e consigliere per la stampa e la comunicazione del Presidente della Repubblica, ma perché protagonista di quel ( appunto) famoso fuori onda con Mattarella.. a proposito del barbiere. A questo punto chi legge, così  come chi ascolta direbbe “ah si, certo”. Anche io ho avuto la stessa reazione alle parole di quel conduttore del programma tv, quel giorno in cui stranamente ero a casa.

Scopro invece che Giovanni Grasso ha origini siciliane, che le sue pubblicazioni precedenti hanno già ricevuto diversi premi, che un’altra nostra brava scrittrice, Cristina Cassar Scalia lo ha aiutato per i dialoghi in siciliano e  che questo romanzo lo abbiamo già letto:

“Le dico in breve: la storia di suo nonno durante la Grande Guerra è strettamente legata a quella del mio bisnonno, di cui non abbiamo saputo più nulla. A casa di mia nonna è conservata una lettera di suo nonno Gaetano. Erano nella stessa compagnia.. nella brigata Tevere”.

Certo che lo abbiamo già letto, quante storie legate alle due guerre mondiali abbiamo già sentito, quanti racconti dei nostri nonni o bisnonni si sono già  intrecciati a quelli di altra gente, quanto materiale epistolare si trova ancora nei vecchi cassettoni! “Pagine perdute” di storie di eroi ordinari, ai quali non è stato dedicato alcun monumento  o targa o dei quali non sapremo mai nulla:

“Così parrebbe. Nonno Titino parla della grande battaglia per la conquista di Cima Bocche, 19-24 luglio, poi ripresa ai primi di agosto. Ma è come se saltasse completamente un pezzo di racconto. Mi sembra davvero strano che, visto l’affetto  che mio nonno portava per Antonio, non abbia dedicato alla sua morte nemmeno un cenno” 

Ma c’è molto di più in questo romanzo, c’è la ricerca delle proprie origini, come se tornare ancora una volta alla “naca” originaria potesse dare senso al presente e una nuova prospettiva per le scelte future. Questa culla è rappresentata dall’immagine materna di zia Maridda, depositaria di verità e misteri, una stramba sibillina(inconsapevole) con il compito di trasmettere una preziosa eredità:

” Per quanto riguarda zia Maridda-si limitò a rispondere,-ho solo un consiglio da darti. Siccome per natura e per età è portata a divagare, a perdere il filo, a uscire dal seminato, ad allungare il brodo, occorrono poche e precise domande. Ben circoscritte. Altrimenti non ne usciamo più..”

Le guerre di ieri e l’assurda esistenza delle guerre di oggi sono uguali, hanno in comune il riconoscimento della dignità dell’uomo. In questa parola sono contenute il coraggio, l’onore, la vera ricchezza: la libertà.

Buona lettura

Proffina

Nuovo “look” con lo spirito di sempre: a voi la scossa!

Scossa di rinnovamento all’insegna della tradizione. All’interno della “bibliotechina” del Santuario di Lourdes di Messina, lì dove tutto era iniziato, “Terremoti di carta” si rifà il look con l’elezione del nuovo consiglio direttivo. Il responso delle urne, agevolato dalla possibilità di esprimere le proprie preferenze online, ha sancito l’elezione al ruolo di  consigliere per Nancy Antonazzo, Francesca Giliberto, Daniela Arena, Giusi Di Bella e Marco Boncoddo. 

Terminato lo spoglio, il nuovo direttivo ha stabilito, dinnanzi all’Assemblea dei soci, il nuovo organigramma dei “terremoti”. Riconfermata, nel ruolo di presidente, Nancy Antonazzo, ideatrice, socia fondatrice ed incontestabilmente anima di “Terremoti di Carta”. Riconferma anche per Daniela Arena, in qualità di vice presidente, nel segno della continuità e della tradizione. Come tesoriere, invece, è stata nominata Francesca Giliberto mentre, gli incarichi di segreteria, sono stati affidati a Giusi Di Bella. L’ufficio stampa e l’area comunicazione, infine, vengono raccolti da Marco Boncoddo, primo uomo consigliere nella storia dell’Associazione. Il nuovo direttivo sarà in carica dal prossimo settembre.

Nella prima elezione post-covid, pertanto, si sono fusi insieme due aspetti che, da sempre, contraddistinguono la nostra effervescente “comunità”: il mutamento, costruttivo e fisiologico, nel solco della consuetudine. E se è vero che, citando la nostra presidente Antonazzo, “Terremoti di Carta accade”, non possiamo che augurarci che la nuova scossa porti con sé un numero incalcolabile di meravigliosi accadimenti. Diverse novità, infatti, stanno già bollendo nel proverbiale calderone e, statene sicuri, di questo verrete informati al più presto.

Ufficio Stampa “Terremoti di Carta”

Scosse di Giugno 2023

Cari soci e amici,

anche quest’anno giugno è un mese di restituzione, ma anche di semina per il nuovo anno. Sono già in cantiere tanti progetti: l’affetto e la fiducia di coloro che vogliono avviare nuove iniziative con Terremoti di Carta ci onora e ci sollecita a fare il meglio per poter dare il nostro contributo al quotidiano della nostra città.

Mirko Fabbreschi tornerà in città il 6 giugno per due eventi in programma:

alle 0re 10:00, Aula Magna Rettorato Università degli Studi di Messina, Presentazione del Cartone Animato “La Gioia cos’è?”, prodotto in collaborazione con l’associazione “Koete”. Interveranno le dirigenti delle tre scuole che hanno costituito una rete per il secondo anno di seguito, al fine di promuovere il progetto “Cartoon School” tra i loro studenti.

ore 14:30 Liceo Artistico Statale “E. Basile”,di Messina continua il progetto Cartoon School nel primo Istituto Superiore di secondo grado.

 

Sono due anche gli appuntamenti di giugno presso la Libreria Mondadori Bookstore, di Messina:

9 giugno ore 18:30,  per Giugno in Giallo, la presidente Nancy Antonazzo dialogherà con due giovani e promettenti scrittrici, Ornella De Luca e Stefania Tedesco. Ci incontreremo sulle pagine della loro narrazione, conosceremo le loro protagoniste e i misteri che dovranno risolvere, ma soprattutto rifletteremo su cosa significhi per un giovane, oggi “dare alle stampe” la propria narrazione.

 

22 giugno  ore 18:30, il nostro socio onorario Mario Falcone dialoga con la socia e scrittrice Silvia Messina: al centro della conversazione ci sarà Luca, protagonista del suo romanzo “Fuoco Spento, per Algra Editore.

L’associazione Terremoti di Carta tornerà alla libreria “Libratevi” di Rometta il 21 giugno 2023 alle ore19:00 per un nuovo incontro di poesia, condotto dal nostro socio onorario Mario Falcone, saranno presenti i partecipanti al laboratorio di poesia coordinato dalla nostra socia Francesca Panarello.

Alle prossime scosse

I Terremoti di Carta

Scosse di Maggio 2023

Cari soci e amici,

non abbiamo fatto in tempo a salutare il mese di aprile, che siamo stati letteralmente catapultati nel mese di maggio. Ad influenzare le nostre attività ed iniziative non può che essere la XIII Edizione de Il Maggio dei Libri. La nostra associazione, nello spirito di servizio e di condivisione che ci contraddistingue ha deciso di non organizzare qualcosa “da soli”, ma di renderci disponibili a “collaborare con..”.

Abbiamo già cominciato il 26 aprile scorso con la quarta delle presentazioni del libro “Non c’è domani. Tre atti di Julien Green”, a cura della nostra Presidente Annunziata Antonazzo, rispondendo con gioia all’invito della Biblioteca Regionale Universitaria “G. Longo” di Messina, sotto la superba direzione della Dottssa Tommasa Siragusa e la guida della giornalista Elisabetta Reale.

10 maggio  Daniela Arena, nostra Vice-Presidente, dopo il successo ottenuto lo scorso anno al Festival della Comunità Educante di Faenza, porta a Messina l’esperienza dei nostri laboratori di scrittura a scuola. Insieme a Chiara Tasso saranno ospitate presso l’I.C. “Paino-Gravitelli” di Messina, dove saranno accolte dalla Dirigente prof.ssa Domizia Arrigo, dai suoi docenti e dagli studenti della classe 1A, secondaria di I grado. L’incontro è stato fortemente voluto proprio dalla Dirigente, alla quale siamo grati per la fiducia riposta e l’entusiasmo con il quale si affida alla nostra associazione. Il titolo del laboratorio è “Scrivere con le emozioni. La forza delle parole”. Anche questa volta la protagonista è lei, Pupi, personaggio nato dalla penna di Carla Fassari.

12 maggio:

ore 10:00, segnaliamo presentazione del libro della nostra socia,  Irene Spadaro “La Monella”, organizzato dalla Città Metropolitana Di Messina, I Direzione – Servizi Generali e Politiche di Sviluppo Economico e Culturale, avverrà presso la Galleria d’Arte M.C. “Lucio Barbera”;

ore 17:00Marco Boncoddo dialogherà con Lelio Bonaccorso in occasione della nuova presentazione del libro di poesie “Fiori di Vento”, candidato al “Premio Strega” di quest’anno. L’incontro, organizzato dalla Città Metropolitana Di Messina, I Direzione – Servizi Generali e Politiche di Sviluppo Economico e Culturale, avverrà presso il Salone degli Specchi. Il nostro socio, Alessandro Carrozza, si alternerà nella lettura di alcune poesie con Gianni Di Giacomo.

27 maggio il Prof. Enzo Cicero dialogherà con  la nostra presidente presso la libreria “Libratevi” di Rometta. Il protagonista sarà sempre lui, Julien Green  e il suo “Non c’è domani”. Appuntamento alle ore 10:30.

Alle prossime scosse

I Terremoti di Carta

Buona Pasqua

“Vi ricordo che è mattino di Pasqua
E la vita e l’amore e la pace sono appena nati”
(A.F. Palmer)
L’associazione Culturale “Terremoti di Carta” augura a tutti voi un periodo pasquale di nuovi respiri, progetti, sensibilità, proiettati verso il bene comune. Verso gli altri.
Solo così saremo felici.
Buona Pasqua di Felicità
I Terremoti di Carta