Un libro ha scelto me: “La vita delle ragazze e delle donne” di Alice Munro “Le vite degli altri sono noiose, semplici, meravigliose e insondabili – grotte profonde con un pavimento di linoleum da cucina.”

“Le vite degli altri sono noiose, semplici, meravigliose e insondabili – grotte profonde con un pavimento di linoleum da cucina.”

“E se la felicità a questo mondo consiste nel credere in quello che hai da vendere, beh,allora mia madre era felice. Il sapere era tutt’altro che poco entusiasmante per lei; era una cosa bellissima. Anche in quella fase della vita le dava pura gioia scoprire dove si trova il mare di Celebes, o palazzo Pitti, saper nominare le mogli di Enrico VIII nell’ordine corretto, essere informata sul sistema sociale delle formiche o sui metodi di macelleria sacrificale in uso presso gli aztechi, come di ingegneria idraulica a Cnosso. Si scordava il resto, quando parlava di queste cose; le raccontava a tutti. ” Certo che tua madre ne sa , eh, di cose”, commentavano zia Elspeth e zia Grace serene, senza invidia, e mi rendevo conto che per alcune persone, forse per la maggior parte, il sapere era giusto una bizzarria, un’escrescenza anomala, tipo le verruche.
Personalmente condividevo invece l’appetito di mia madre, era più forte di me. Adoravo i volumi dell’enciclopedia, il loro peso( di mistero, di notizie strabilianti) quando mi si aprivano in grembo; mi piacevano il pacato verde scuro della rilegatura, i caratteri d’oro spigolosi e sfuggenti dei dorsi. Ad apertura di pagina potevano mostrarmi l’acquaforte di una battaglia in corso nella brughiera con magari un castello sullo sfondo, oppure nel porto di Costantinopoli. Spargimenti di sangue, annegamenti, teste mozzate, cavalli in agonia, il tutto tratteggiato con lirismo decorativo, e straordinaria mancanza di realismo. Ne ricavavo l’impressione che in tempi storici il clima avesse sempre una qualità drammatica, nefasta; che il passaggio si accigliasse, il mare irradiasse corruschi bagliori metallici in varie sfumature di grigio. Ecco Charlotte Corday in cammino verso la ghigliottina, ecco Maria Stuarda diretta al patibolo, e l’arcivescovo Laud nell’atto di elargire la propria benedizione a Strafford attraverso le sbarre della sua cella di prigioniero: nessuno dubitava che avessero precisamente quell’aspetto, in tonaca nera, le mani levate in alto, i volti esangui, eroici, composti. Naturalmente l’enciclopedia aveva anche altre immagini da offrire….Io preferivo la storia. In modo inizialmente casuale e in seguito sempre più sistematico imparavo cose dell’enciclopedia. Avevo una memoria fenomenale. Imparare elenchi di fatti era per me una sfida irresistibile, come provare a percorrere un isolato intero saltellando su un piede solo..”