“Ventuno racconti” di C.Pierangelini

Nei Ventuno racconti (ed. Pungitopo), l’ultimo libro della messinese Cinzia Pierangelini, possiamo trovare tutto il suo mondo e quasi tentare di indovinarne qualche particolare della biografia: l’esperienza di musicista, le letture (tra cui sicuramente Camilleri), l’amore per la Sicilia.
La scrittrice sa raccogliere pezzi di vita altrui, suggestioni letterarie, paure, desideri, sogni, portandoli sulla carta con perizia. Come capita per le raccolte di racconti, si tratta di un libro da gustare con calma, da assaggiare come una scatola di cioccolatini assortiti in cui non sai mai “quello che ti capita”. La “popolazione” che abita il libro è infatti varia e talvolta inattesa: il piromane, l’operaio del cimitero che vive solo per il suo lavoro, la moglie del ginecologo “distratto”.
Anche i toni e il linguaggio variano adattandosi all’argomento e ai personaggi: dal tono colloquiale ad un registro alto e forbito, senza trascurare l’uso del dialetto.
Ogni storia ha un sapore diverso, e più di qualcuna lascia l’amaro in bocca. E’ questo il caso del racconto intitolato “La casa”, in cui si avvicendano le storie degli ospiti di un’abitazione molto particolare, che per un periodo è stata adibita a convento.
Ma è soprattutto nei racconti brevissimi, quelli di poche pagine appena, che la Pierangelini riesce a tratteggiare con delle pennellate veloci i personaggi più memorabili: il marito che porta la moglie allo zoo per una passeggiata, le anziane sorelle che “festeggiano” mestamente il compleanno di una delle due, il piccolo Attilio che si addormenta in classe, la coppia di anziani in crociera che attende il tramonto delle proprie vite.
Giallo, thriller, commedia, la scrittrice sembra essersi voluta cimentare nei più diversi generi, attraverso vari espedienti stilistici e letterari: il dialogo, il soliloquio, il diario.
L’uso frequente della prima persona e del punto di vista interno, fanno sì che l’autrice “reciti” ogni volta una parte diversa,immedesimandosi nelle vite degli altri.
L’impressione, e non è certo un difetto, è quella di una serie di esercizi di stile, poiché, al di là dei toni e dei contenuti, sembra quasi che questi racconti nascano dal desiderio della Pierangelini di sfidare se stessa in ogni piccola storia. Sfida che è stata certamente vinta, poiché il risultato è una serie di piacevoli letture.
(F.Giliberto)

E a chi volesse conoscere l’autrice del libro e sentire qualcosa in più sui suoi racconti, ricordo l’appuntamento di venerdì 20 marzo alle 18.30 presso l’ex chiesa di S.Maria Alemanna.