Un’ape si è posata sulla ringhiera.

Mi circondano cose. I balconi dei vicini, parecchie serrande semichiuse e vasi dalle piante spente, la collina ferita dal cemento, in basso lo scorcio di una stradina deserta. La grande terrazza di una casa abbandonata, un tavolo tondo in ferro siciliano e i cactus abbattuti dal vento di qualche giorno fa. Due traghetti scendono verso Sud, lasciandosi dietro una scia che taglia l’azzurro del mare sereno. Il sole mi riscalda la testa. Nel silenzio dell’ora del desco del giorno più molle, il rombo di una moto interrompe la quiete. Un’ape si posa sulla ringhiera del mio balcone. Sta lì una manciata di secondi, il tempo di strusciarsi le zampe, e chissà di quale e quanta invisibile polvere si stia liberando. Resta ancora un poco, per favore, le chiedo. Incurante del mio pensiero, riprende il suo volo solitario.  Ti sia lieve l’aria e lunga la vita è il mio saluto.

(Giusi DB)